L’accusa è chiara e pesante: “Twitter, nonostante le numerose comunicazioni da noi inviate al riguardo, non fornisce risposte e continua a far circolare contenuti blasfemi”. Su questa base, contenuta in un comunicato del Ministero delle Tecnologie per l’Informazione del Pakistan, si informa la stampa che il popolarissimo social network dei “cinguetii” verrà presto bloccato. L’ultimo episodio che avrebbe scatenato questa durissima reazione sarebbe stato il rifiuto dei responsabili di Twitter di censurare un concorso online per partecipare al quale i concorrenti devono presentare delle vignette raffiguranti Maometto, una situazione ritenuta blasfema dall’Islam, a prescindere dal contenuto delle stesse, satirico o meno.
Il ministro Mohammad Yaseen ha spiegato ancora che, diversamente dal suo “rivale”, Facebook è stato più conciliante, accogliendo le rimostranze del governo di Islamabad, anche se non si può dimenticare che la creatura di Mark Zuckerberg aveva già subito 2 anni fa un analogo provvedimento censorio, in seguito ad una sentenza dell’Alta Corte di Lahore scaturita da una situazione molto simile all’odierna.
Si è sostanzialmente temuto che la gara dei vignettisti avrebbe presto scatenato in patria polemiche e reazioni nell’opinione pubblica pachistana, e così il ministro ha ordinato all’Authority pachistana per le telecomunicazioni (Pta) di sospendere il flusso dati della piattaforma incriminata, così come a suo tempo con il concorrente dalla grande “F”, in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero far rientrare la decisione, come specificato dallo stesso Yaseen.
E’ noto che la diffusione di Twitter nella popolazione pakistana ha avuto negli ultimi anni una crescita vertiginosa, e gli utenti attualmente attivi sarebbero stimati in circa sei milioni di persone.