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Il Pdl ostacola la legge anticorruzione e sul falso in bilancio si fa un pasticcio

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Giuseppe Di Spirito

La legge anticorruzione annaspa nelle commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera, con il Popolo della Libertà che tenacemente ne osteggia il cammino presentando modifiche ed iscrivendo i propri rappresentanti a parlare in successione per contestare la linea del governo e del Guardasigilli Paola Severino. Pd, Idv, Udc e Fli vanno all’attacco e votano contro le proposte dei berlusconiani, mentre la Lega sta a guardare ed assume posizioni pilatesche, astenendosi invece sulla proposta di modifica del pidiellino Francesco Paolo Sisto, che si prefiggeva di ridurre la pena minima per il reato di peculato. Con il ministro in missione all’estero, il governo era intervenuto inizialmente con il sottosegretario alla Giustizia Salvatore Mazzamuto, che aveva chiarito come l’esecutivo non abbia intenzione di cambiare una virgola dell’orientamento già concordato, ma dopo quasi 2 ore di seduta improduttiva (con il solo voto del subemendamento Sisto) la presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha dovuto arrendersi all’evidenza di una battaglia all’ultimo sangue condotta dai berlusconiani ed ha manifestato la più viva “preoccupazione” che non si riesca così a varare un testo efficace.

Inviperito il leader di Idv Antonio Di Pietro che parla di “ostruzionismo becero” per ottenere ancora una volta impunità ad ampio raggio: “La corruzione è imperante e c’è bisogno di provvedimenti di maggior rigore. Abbiamo impiegato una mattinata per discutere un solo emendamento, per giunta per chiedere la riduzione della pena per il peculato“.

Anche la relatrice Angela Napoli di Fli non ci va leggera, deplorando il comportamento “vergognoso” del Pdl: “Ne dovranno risponderne di fronte al Paese, del fatto che non si consente di arrivare in aula con un testo accettabile rispetto alla condizione della corruzione in Italia“. Anna Rossomando del Pd mette invece in risalto che i berlusconiani con la modifica a firma Sisto sono andati contro il testo scritto dal loro stesso segretario: “Pur di rallentare i lavori hanno presentato un subemendamento che va contro la proposta dello stesso ex ministro Angelino Alfano che elevava a 4 anni la pena minima per il peculato“. Anche per Pierluigi Mantini dell’Udc siamo di fronte ad uno “strisciante ostruzionismo” che ormai mette in luce la spaccatura della maggioranza sul tema della corruzione. Tutte le accuse vengono respinte dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia Enrico Costa, che nega la volontà del suo partito di osteggiare il provvedimento e parla addirittura di “pressioni” fatte sui berlusconiani per impedire un sereno dibattito, e conclude chiedendo di portare in aula le proposte di modifica, in particolare per i reati contro la pubblica amministrazione.

Nella confusione generale, c’è stato anche il tempo di fare errori: Pdl, Udc e Fli hanno approvato con parere favorevole del Governo un emendamento sul falso in bilancio che rende vana la proposta di legge dell’Idv, che ha subito protestato insieme al Pd. In seguito a ciò il ministro Severino ha poi parlato in un comunicato di “errore tecnico” che verrà aggiustato più avanti nella discussione del Ddl.

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Giuseppe Di Spirito