Fai rivendica l’attentato ad Adinolfi

L’attentato al manager di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, è stato rivendicato questa mattina con un comunicato dalla Fai(Federazione anarchica informale)-Cellula Olga. La rivendicazione dell’attentato è stata considerata attendibile e si teme che la Fai possa organizzare nuovi attentati nel prossimo futuro.

Per gli investigatori la dicitura ‘Cellula Olga’ potrebbe riferirsi a Olga Ekonomidou, membro del movimento ‘Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Irf’, arrestata il 4 gennaio di quest’anno. Nel documento consegnato questa mattina al quotidiano Il Corriere della Sera gli attentatori hanno scritto: “Abbiamo azzoppato uno dei tanti stregoni dell’atomo”, e ancora “Con il ferimento di Adinolfi proponiamo una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina”. La Fai ha annunciato nuove azioni, perciò i servizi di sicurezza sono in massima allerta. Michele Di Lecce, il procuratore capo di Genova, ha dichiarato che “il timore di altri attentati c’è sempre” e non esclude che, dopo l’attentato ad Adinolfi, “stiano pensando a qualche altra operazione, a qualche altra attività”. Per il presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Massimo D’Alema, “c’è motivo di essere preoccupati”. “Questi gruppi -spiega D’Alema- hanno struttura diversa da quella tradizionale delle Brigate Rosse. Sono più delle cellule e quindi con una forma di terrorismo più spontaneo e meno organizzato”.

Gli investigatori sono già al lavoro per scovare gli attentatori. Il timbro postale sulla busta contenente la lettera di rivendicazione indica che la missiva è stata inviata da Genova. Secondo gli inquirenti la rivendicazion dimostra un “salto di qualità” rispetto al passato, soprattutto per il richiamo forte al proselitismo da parte dei membri della Cellula. Queste sono le parole conclusive del documento inviato alla sede del Corriere: “Solo la radicalizzazione del conflitto può condurre a percorsi di libertà individuale e sociale. Individuare l’obiettivo, ‘colpire dove più nuoce’, saper riconoscere il nemico anche quando veste i panni dell’agnello. Far lavorare di pari passo le armi della critica e la critica delle armi”.

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