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Categorie: News

WWF: ogni anno muoiono circa 100 lupi

Published by
Noemi Barbato

Si tratta dell’ultimo allarmante appello del WWF. Sembrerebbe che malgrado i numerosi tentativi di tutela, ogni anno muoiano circa 100 lupi.

40 anni fa, il WWF insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, cominciò un importantissimo progetto di tutela del lupo, la famosa “Operazione San Francesco”, che portò ad un notevole incremento della razza.

Per censire gli esemplari di Canis lupus, seguirne gli spostamenti e studiarne i comportamenti, furono utilizzate in Italia tecnologie mai usate prima e grazie ad una legge fondamentale, il lupo fu dichiarato “specie protetta” e trappole, lacci e bocconi avvelenati, da sempre utilizzati per perseguitare questo povero animale, furono banditi per sempre.

A partire dagli anni 70 e quindi da questo importante intervento di protezione, i lupi cominciarono a diffondersi in quasi tutta la catena appenninica. Una grande vittoria era stata conquistata.

Purtroppo però, a distanza di anni, il WWF lancia di nuovo l’allarme lupo. Accanto alle vecchie minacce come il bracconaggio e la distruzione del territorio, oggi a minacciare la vita del lupo si aggiungono i numerosi incidenti stradali in cui alcuni esemplari restano uccisi e l’ibridazione cane-lupo.

Il nemico più antico del lupo resta il bracconaggio. A causa di questa losca attività, il WWF è costretto a registrare ogni anno un vero e proprio bollettino di guerra. Sebbene la legge abbia vietato l’uso di trappole e diavolerie simili, i bracconieri non disdegnano di utilizzarle ancora. La legge esistente non viene applicata e troppi bracconieri, seppur colti in fragranza di reato non subiscono il processo.

L’accanimento nei confronti del lupo, anche nei Parchi Nazionali, verrebbe da molti ricondotto ai presunti danni effettuati dall’animale ai capi di bestiame. Sono in molti, però, i contadini che lasciano pascolare il loro bestiame incustodito in zone protette, molte delle quali vietate, dove incontrare il lupo e il suo istinto predatorio non è ipotesi rara e ad ogni modo i Parchi Nazionali sono tenuti a pagare i danni creati dal lupo, qualora venga ucciso un capo di bestiame.

Il vero motivo di tanto accanimento è radicato nell’ignoranza e nella crudeltà insita in alcuni uomini, che continuano a vedere il lupo come un nemico e non come un compagno con cui condividere pacificamente un territorio che un tempo era del lupo e di tante specie ormai scomparse.

A minacciare il lupo vi è poi l’urbanizzazione e i danni al territorio che essa comporta. Sempre più ristrette le zone dedicate al lupo e in netta diminuzione la presenza di prede, le quali permetterebbero al lupo di non avvicinarsi alle abitazioni. Come se non bastasse, però, ecco arrivare una nuova minaccia: l’ibridazione cane-lupo. Molti cani randagi, infatti, finiscono per accoppiarsi con dei lupi, generando linee di lupi non puri.

Il problema sta nel perdere l’identità genetica del lupo e di conseguenza quegli adattamenti acquisiti nel corso di milioni di anni attraverso la selezione naturale. Molti, tra l’altro i casi in cui le uccisioni di bestiame sarebbero da ricondurre a questi ibridi e non ai lupi e diversi i casi in cui, alcuni di questi cani dimostrano atteggiamenti più selvaggi pur vivendo tra gli uomini.

Un pericolo senza dubbio da evitare, che potrebbe compromettere i pochi equilibri guadagnati in questi anni nel rapporto tra il lupo e l’uomo. A tal proposito, il progetto LIFE IBRIWOLF, finanziato dalla CE che ha l’obiettivo di mettere in atto delle azioni pilota per il controllo degli ibridi in due aree campione della Toscana : il comprensorio del Monte Amiata ed il Parco della Maremma in cui la loro presenza è stata registrata negli ultimi anni.

Il WWF, da sempre impegnato nella tutela delle specie animali e dell’ambiente, chiede aiuto a chi vuole che questo meraviglioso animale continui ad essere protetto e chi crede nei vecchi e nuovi progetti che da sempre questa associazione crea per tutelare le specie minacciate.

Moltissime le iniziative previste dal WWF. Innanzitutto si spera di poter far attuare al meglio la legge già esistente, ma che come abbiamo visto non viene rispettata. Si intende, poi, aumentare il personale dedito alla sorveglianza delle aree protette e creare dei corridoi di protezione che permetterebbero ai lupi di spostarsi da un bosco all’altro senza accedere necessariamente a strade o avvicinarsi ai centri abitati.  Si continuerà nel tentativo di migliorare la convivenza tra l’uomo e il lupo, incentivando l’utilizzo dei vecchi sistemi come l’uso di cani pastori e di quelli nuovi, come i recinti elettrificanti anti-lupo. I volontari del WWF continueranno a prendersi cura di quegli esemplari che purtroppo restano feriti per varie ragioni e per questo vengono inseriti nei Centri di Recupero per Animali Selvatici WWF e si cercherà ovviamente di continuare a tutelare un habitat troppo spesso minacciato dall’incursione dell’uomo. Per fare questo, però, il WWF ha bisogno di aiuto, anche economico.

Aiutare il WWF a tutelare questo meraviglioso animale da sempre ingiustamente minacciato dall’uomo non è un diritto di pochi, ma un dovere di tutti.  

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Noemi Barbato