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Francia: Hollande e Sarkozy in TV litigano su Berlusconi

Published by
Giuseppe Timpone

Mancano ancora tre giorni al ballottaggio per le elezioni presidenziali francesi. Oggi è il penultimo giorno di campagna elettorale e ieri si è tenuto l’unico faccia a faccia televisivo tra i due candidati rimasti in lizza per il secondo turno: il presidente uscente Nicolas Sarkozy, candidato del centrodestra; il socialista François Hollande. Il dibattito è iniziato puntuale alle ore 21 ed è stato trasmesso da France2 e Tf1. Hollande stava alla sinistra dello schermo, mentre Sarkozy dalla parte opposta. La parola è andata per prima al socialista, ancora favorito nei sondaggi.

Il faccia a faccia è stato caratterizzato da qualche battibecco tra i due, specie quando Sarkozy ha rimproverato al suo avversario di non avere detto nulla, quando è stato accusato in campagna elettorale di essere un generale Pétain (il premier collaborazionista dei nazisti!).

Hollande ha risposto senza scomporsi: “Presidente, vi riesce male fare la vittima”. Ma quando il dibattito ha virato sui temi caldi dell’occupazione, della crescita, del debito, si è potuto notare una grossa differenza culturale tra i due. Il socialista ha bacchettato il presidente, ricordando come nei suoi 5 anni all’Eliseo i disoccupati sono cresciuti di 700 mila unità. Poi, ha anche chiarito che il debito è raddoppiato sotto Sarkozy e ha proposto di incentivare fiscalmente le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani francesi. Sarkozy ha risposto che sotto la sua presidenza sono state finanziate 180 milioni di ore di cassa integrazione, per la cifra di un miliardo di euro. E sempre sul lavoro, il presidente ha spiegato che la Germania sta messa meglio della Francia, perché ha fatto esattamente l’opposto di quello che vorrebbe fare Hollande.

Il dibattito è proseguito sui temi suddetti, ma le vere scaramucce sono scoppiate sulla politica estera, anzi, sui rapporti con i capi di governo stranieri. Dopo che Sarkozy aveva criticato la Spagna dell’ex premier socialista Zapatero, Hollande ha ricordato come l’austerità imposta dalla Germania alla Francia è alla base della crescita zero, paventando il rischio che Parigi segua il destino di Grecia, Spagna e anche dell’Italia.

Il socialista ha spiegato di essere vicino al premier Monti, quando questi dichiara di volere aggiungere la crescita al solo rigore dei conti, sebbene se ne differenzi per impostazione e idee, ricordando inoltre che Sarkozy sia stato amico dell’ex premier Silvio Berlusconi. E a questo punto giunge la reazione stizzita del presidente uscente, che ha rinfacciato a Hollande che Berlusconi non sarebbe suo amico, visto che ha dichiarato di tifare per lui (Hollande) a questo giro. Il candidato socialista ha risposto che Berlusconi e Sarkozy appartengono allo stesso Partito Popolare a Strasburgo, mentre ancora una volta Sarkozy ha smentito, sostenendo che “Berlusconi è semplicemente berlusconesco”, nel senso che sarebbe una cosa tutta sua.

Ma aldilà delle buffonate transalpine, ciò che conta è che gli esperti considerano che il dibattito di ieri abbia potuto spostare fino a tre punti percentuali di elettori. Ovviamente, non siamo ancora in grado di verificare in quale direzione eventualmente sia avvenuto tale spostamento, sempre che sia avvenuto.

Alla vigilia del faccia a faccia, l’istituto Bva dava Hollande in vantaggio su Sarkozy: 53,5% contro il 46,5%. Un dato ancora rassicurante per il candidato socialista, quando mancano pochi giorni alle elezioni, sebbene si avverta un calo dell’1%, cosa captata anche da altri sondaggi.

Resta il fatto che ancora l’11% degli elettori sarebbe indeciso su chi votare e potrebbero essere in parte decisivi gli elettori del Fronte Nazionale, che se in gran parte sceglieranno Sarkozy al ballottaggio, per una fetta non indifferente non andranno a votare, mentre un buon 20% dovrebbe scegliere Hollande.

A questo punto, salvo un miracolo dell’ultima ora, pare che Nicolas Sarkozy stia per concludere il suo primo e ultimo mandato, senza ottenere una riconferma. Pesa come un macigno sulle sue chance di vittoria l’annuncio di Marine Le Pen, leader dei frontisti, dato il primo maggio, per cui voterà scheda bianca.

Già la stessa sera del primo turno, Le Pen aveva affermato che non avrebbe dato indicazioni di voto, ma si sarebbe limitata a dire le sue personali intenzioni di voto. Ma è evidente che la non scelta della leader influirà negativamente sulle preferenze per Sarkozy, in quanto può essere vista come una sorta di indifferenza del Fronte Nazionale per il destino dell’Eliseo.

In realtà, la destra radicale punta al terzo turno, ossia alle politiche di giugno, quando i francesi dovranno eleggere i 577 deputati dell’Assemblea Nazionale. Le Pen spera che in seguito alla sconfitta di Sarkozy, il suo partito, l’Ump, vada in crisi   e con ciò lasciando spazio proprio al Fronte, che potrebbe ottenere un buon numero di deputati, nonostante una legge elettorale cucita su misura per estrometterlo dalle istituzioni elettive.

E i temi in favore del Fronte non mancheranno, ad iniziare dalla crisi e dalla disoccupazione montante, così come da una voglia di scegliere il proprio destino, indipendentemente dalle decisioni dei burocrati di Bruxelles. Sconfitto Sarkozy, lo scenario potrebbe diventare molto più interessante Oltralpe.

 

 

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Giuseppe Timpone