Il tradizionale concertone del primo maggio di Roma ha attirato quest’anno oltre 700.000 spettatori in Piazza San Giovanni, complici la delicatezza dei temi affrontati in un periodo nel quale la riforma del lavoro e l’instabilità del mercato sono al centro di discussioni e polemiche. Ad attirare il folto pubblico, naturalmente, anche la quantità e qualità degli artisti previsti in cartellone, che si sono susseguiti sul palco a partire dal primo pomeriggio e fino alla mezzanotte.
Tassativamente vietato dal sindaco della città, però, lo sforamento dell’orario limite, per il rispetto delle norme relative all’inquinamento acustico. A causa di ciò, i tantissimi fan presenti si sono visti negare, a sorpresa anche della band, l’esibizione finale a cura degli Afterhours. La formazione, infatti, non ha potuto calcare il palco, nonostante lo show fosse previsto per le 23.06 e la band fosse stata la prescelta per la chiusura dell’intero concerto: l’esibizione, se realizzata, avrebbe dovuto infatti sforare gli orari limite.
Secondo l’organizzazione del concertone, dunque, non vi è stata altra possibilità se non quello di cancellare l’esibizione conclusiva, a causa dell’inaspettato prolungamento del set di alcuni artisti che si sono esibiti nel corso della lunga giornata, che ha causato ritardi e slittamenti fino alla decisione che ha inevitabilmente suscitato l’ira dei fan e della band stessa.
Chi si era recato al concertone proprio per assistere allo show degli Afterhours, dunque, ha dovuto accontentarsi dell’apparizione del solo Manuel Agnelli, che nel corso della giornata ha preso parte a due omaggi, uno agli Who e uno ai Radiohead. Immediate le polemiche da parte dei sindacati organizzatori, che per dare vita allo show hanno dovuto versare al Comune di Roma una parte delle spese.