Un Mario Monti in gran forma ha tenuto banco ieri nella conferenza stampa che ha fatto seguito al consiglio dei ministri, un vero e proprio evento che ha coinciso con l’avvio del progetto di “spending review” che nei prossimi mesi terrà impegnato i ministri dell’esecutivo ed un team di esperti, istituito ad hoc e coordinato da Enrico Bondi. Ma se c’è una cosa che ha particolarmente colpito il pubblico e la stampa è stato il tono piuttosto acceso che il presidente del Consiglio ha tenuto in numerosi passaggi del suo discorso, un atteggiamento che sembra essere una risposta a tutto quello che quotidianamente gli viene riversato addosso dai media e dall’opinione pubblica, a volte a ragione ma più spesso con picchi di esagerazione nei confronti di chi oggettivamente non è altri che l’ultimo arrivato al timone di un Paese dalle gravissime lacune, per troppo tempo taciute.
E non è certo un caso che la maggior parte delle polemiche sia ultimamente concentrata su di una tassa oggettivamente pesante, a tratti iniqua ed in alcuni casi persino odiosa: l’Imposta Municipale Unica, vera croce (e non certo delizia) per circa il 70 per cento delle famiglie italiane.
Al di là delle estemporanee sortite mediatiche, spesso strumentali e populistiche (si pensi alla questione degli anziani in casa di riposo, attribuita sempre a Monti ma in realtà “ereditata” della vecchia Ici), era tempo forse che si facesse un pò di chiarezza su questo tema, ed il premier di certo non ci è andato leggero, rivelando finalmente ciò che si è detto finora a bassissima voce: “Se oggi c’è l’Imu bisogna accettare l’amara verità che 3 anni fa è stata abolita l’Ici sulla prima casa senza valutare le conseguenze… è stato necessario reintrodurla in un contesto molto degradato di finanza pubblica reso ancora più degradato dalla mancanza di crescita che derivava dalla carenza di azioni di politica economica e fino a poco tempo fa dalla mancanza di consapevolezza che l’Italia cresceva poco a dispetto di alcuni e un poco superficiali indicatori di benessere…”. In poche, gelide, parole non dirette ma inequivocabili, viene quindi letteralmente fatta a pezzi una intera gestione, quella dell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, la cui esperienza (che in un altro passaggio verrà definita delle “inefficaci politiche declamatorie”) intravedeva “ristoranti pieni” a poche settimane dalla sua capitolazione, l’esperienza disastrosa che ancora oggi trova esagitati sostenitori che esortano “Silvio” a “buttare giù Monti”, convinti che l’accoppiata Pdl+Lega (che per la platea di entusiasti è stata invece ottima) potrebbe tirar fuori l’Italia dal baratro nel quale è scivolata per responsabilità (o sarebbe il caso di dire irresponsabilità) ascrivibili in misura assai rilevante, anche se non esclusivamente, proprio ad essa.
Popolo della Libertà e Lega Nord si diceva, ed è proprio al Carroccio che arriva, semplice e diretto, un altro affondo del Professore che ricorda come nel 2008, momento in cui avvenne l’abolizione totale dell’Ici per la prima abitazione, contrariamente ad oggi gli strali padani non risparmiarono, proprio per quella abolizione, il governo di cui facevan parte (una ricerca tra i giornali dell’epoca farà scoprire un Umberto Bossi che addirittura intimava di “rimettere l’Ici”) e conclude che “Esentare la prima casa dall’Imu, che era un unicum in campo internazionale, è stato negare il federalismo”. Il premier non ha comunque mancato di lanciare ai suoi detrattori una sorta di sfida: propongano “a parita’ di gettito” una proposta alternativa all’Imu, di tipo patrimoniale, e sarà valutata molto seriamente.
Le reazioni del Pdl ovviamente non si son fatte attendere, ed hanno bocciato nel complesso il discorso del premier. Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sulla questione dell’Ici considera “un inutile esercizio polemico aprire un dibattito rispetto al quale avremmo molte cose da dire“, mentre il suo omologo al Senato, Maurizio Gasparri, attacca il premier perché “ci sono modi molto più civili per esprimere una opinione“. Maurizio Lupi invece rivendica fiero l’abolizione dell’Ici e la battaglia vinta sulla rateizzazione dell’Imu, mentre Osvaldo Napoli addirittura avrebbe sbottato: “Non ci faremo intimidire da Monti”.