Sedici sconfitte stagionali per Luis Enrique, numeri imbarazzanti, che hanno visto infranti numerosi record negativi: dalla prima sconfitta interna con la Fiorentina ed esterna con il Lecce dopo 20 anni, la prima volta dalla stagione 1997-98 in cui la Roma perdeva due derby consecutivi, alla prima volta che la Roma usciva ai preliminari di una competizione europea.
Statistiche che ieri hanno fatto perdere la testa alla tifoseria romanista, tanto da bloccare il pullman giallorosso dopo l’ennesima umiliazione subita. Si sono assunti tutte le colpe, Baldini e Luis Enrique, di una stagione che non era nata per essere vincente, ma che non avrebbe dovuto nemmeno essere tanto umiliante, per dei tifosi che si sono messi al servizio del progetto (poi rinnegato da Luis) fin dal primo giorno.
“Mai schiavi del risultato”, recitava una coreografia giallorossa di qualche mese fa, ma da allora sono passate troppe sconfitte per mostrarsi ancora fiduciosi. La prima testa che salterà a fine stagione, è sicuramente quella del tecnico asturiano, che non ha avuto il polso di allenare giocatori giovani e fuoriclasse maturi, e si è fatto soggiogare dallo spogliatoio, oltre ad aver azzardato scelte tattiche folli fin dalle prime partite di agosto.
In ballo sembra essersi candidato anche Capello, l’ultimo allenatore ad aver portato, ormai 11 anni fa, lo Scudetto nella Capitale. Cerca un “progetto stuzzicante” , proprio quello che la Roma degli americani può offrire. Con i tifosi non si è lasciato bene, a causa di quel passaggio alla Juve dal sapore di tradimento, ma i tifosi, si sa, di fronte ai ricordi, e a possibili vittorie, possono passare sopra a tutto, e che i suoi rapporti con Baldini siano più che idilliaci è risaputo. Vedremo.