Altro che Clasico. Dopo l’eliminazione del Barcellona per mano del Chelsea nella prima semifinale, la Spagna fa il bis (negativo) con l’uscita di scena del Real Madrid, per mano di un Bayern Monaco affamato e voglioso di disputare la finale nel suo stadio, il prossimo 19 maggio.
Partita vera, nessun monologo e 120 minuti di passione. Già, perché i tempi regolamentari sono terminati con lo stesso risultato dell’andata (2-1) e solo i rigori hanno dato ragione ai tedeschi che, per come si era messa la serata, in pochi avrebbero dato per vincenti.
Mourinho cambia solo Coentrao rispetto alla partita d’andata, preferendogli Marcelo, mentre Heynckes conferma in toto lo stesso undici che ha vinto in Baviera. L’inizio dei blancos è sicuramente veemente e bastano appena 6′ perché il risultato si sblocchi: Marcelo cambia fascia e favorisce il tiro al volo di Di Maria, che trova l’opposizione con un braccio di Alaba. Rigore ineccepibile, trasformato da Cristiano Ronaldo.
Che non sia una partita facile si capisce però pochi secondi più tardi, quando Alaba mette un cross dalla sinistra trovando Robben tutto solo in area, ma l’olandese spara altissimo da due passi. Ed il Real sembra approfittarne subito. Al 14′ Ozil pesca Cristiano Ronaldo in mezzo alle maglie troppo aperte dei tedeschi, ed il numero 7 madridista fulmina ancora Neuer per il 2-0 che fa pensare ad una grande notte merengue.
E invece no, perché il Bayern comincia a giocare come sa e si guadagna un altro rigore per fallo di Pepe su Gomez: Casillas intuisce ma non arriva sul tiro di Robben, che riapre tutta la qualificazione. Ed il gol ha un effetto benefico sui rossi di Germania, che tengono palla molto bene e giocano con convinzione, rischiando su un destro di Benzema di poco fuori, ma ribattendo con il tiro di Gomez parato da Casillas. Il portiere spagnolo è costretto alla grande risposta anche sul sinistro di Robben su punizione nel recupero di un primo tempo spettacolare e senza pause.
Per ovvie ragioni la ripresa si gioca su ritmi diversi: le squadre sono meno istintive e calcolano di più gli effetti di un eventuale gol subito, che sarebbe letale soprattutto per il Real Madrid. I blancos hanno una chance con Benzema, prima che Mourinho decida di effettuare il primo cambio con Kakà che prende il posto di Di Maria; il Bayern sembra però controllare senza correre troppi rischi e provare a pungere con Mario Gomez, che in due situazioni si trova in condizione di battere a rete davanti a Casillas, ma si incarta col pallone.
Logica conseguenza l’approdo ai supplementari, che non regalano emozioni ma solo qualche cambio: Muller al posto di Ribery è l’unica mossa dei tedeschi, mentre per i madrileni entrano Granero e Higuain per Ozil e Benzema.
Il verdetto arriva ai calci di rigore, dove Cristiano Ronaldo e Kakà si fanno ipnotizzare da Neuer. Casillas rimedia da campione respingendo i penalty di Kroos e Lahm, ma Sergio Ramos perde l’occasione per pareggiare i conti sparando altissimo e consegnando la gioia della finale ai bavaresi, a segno con Schweinsteiger.
Il Bayern approda così alla sua nona finale di Champions League, che disputerà all’Allianz Arena contro il Chelsea: è la quarta volta che una squadra riesce a disputare l’atto conclusivo nel proprio stadio. Il Real Madrid non riesce a far meglio del Barcellona, dimostrando che in fondo, il calcio spagnolo può essere superato da compagini organizzate ed affamate di vittoria.