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Francia: Hollande in testa, ma trionfa solo Le Pen

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Giuseppe Timpone

Il copione andato in onda dalle ore 20 di ieri sera a Parigi sembrava in buona parte già scritto e divulgato alle stampe da settimane. Quando tutti i seggi si sono chiusi in Francia, si è appreso con una certa sicurezza che al ballottaggio del 6 maggio andranno il candidato socialista François Hollande e il presidente uscente Nicolas Sarkozy. I risultati non sono ancora definitivi, perché mancano i voti scrutinati all’estero, ma sappiamo che il primo è in testa con il 28,8% dei consensi e il secondo segue a ruota con il 27%. Malgrado le previsioni fosche, anche l’affluenza sembra molto buona, seppur in calo rispetto al dato del 2007. Hanno votato ieri 79 francesi su 100. Un più che discreto successo di partecipazione.

Ma il dato che emerge prepotente dalle urne del primo turno è l’exploit di Marine Le Pen, la candidata del Front National, il partito della destra radicale, che ha ottenuto il 18% dei voti, il massimo storico mai raggiunto dalla sua formazione. Si pensi, ad esempio, che quando il padre, dieci anni fa, riuscì nell’impresa spettacolare di arrivare al ballottaggio, lo fece con il 16,5%, a sua volta il massimo storico fino ad allora.

E dire che Le Pen è arrivata tardi a questa maratona elettorale, avendo ottenuto le firme necessarie per presentare la candidatura solo da un mese. Proprio l’effetto-tempo sarebbe stato decisivo nell’indebolirla al primo turno, visto che fino a qualche mese fa, la femme fatale della destra francese viaggiava addirittura fino al 24% nei sondaggi, con dati alterni, che indicavano la possibilità che scalzasse Sarkozy per il secondo posto. Ad ogni modo, un effetto lo ha già provocato il Fronte: con il suo ottimo 18%, i suoi voti saranno tra i più corteggiati da parte di Sarkozy. Non sarà affatto facile, né scontato per l’attuale inquilino dell’Eliseo ottenerli, visto che si tratta grosso modo di voti di protesta proprio contro la sua presidenza, ma non è un caso che egli stesso abbia commentato il risultato di ieri con un laconico “nulla è perduto”.

Già, perché Hollande ottiene un risultato in linea con le attese, che lo lancia al ballottaggio nella posizione di frontrunner. Tuttavia, il consenso ottenuto da Sarkozy è davvero simile e sebbene parta svantaggiato sul piano psico-mediatico, rimontare un paio di punti non sarà una missione impossibile.

Già agli inizi del mese, alcuni analisti politici transalpini avevano pronosticato quanto segue: se il candidato del Fronte della Sinistra, Jean-Luc Mélénchon, dovesse prendere molti voti e il Front National pochi, allora il socialista sarebbe molto avvantaggiato per la vittoria finale. Nel caso opposto, avrebbe parecchi problemi a farcela.

E quanto accaduto ieri sera ci dice che Le Pen ha quasi sfondato, mentre Mélénchon ha parzialmente floppato con il suo 11,3%, attestandosi al quarto posto e almeno un paio di punti in meno delle attese. Quinto è arrivato il centrista François Bayrou, con un deludente 9,1%.

Risultato: le due coalizioni, destra e sinistra, sono perfettamente alla pari. Saranno determinanti per la vittoria dell’uno e dell’altro candidato due fattori: i voti al centro e la capacità di non perdere consensi alla propria destra o sinistra.

Quanto al primo punto, anche in questo caso pare che vi sia una tendenza quasi perfetta dei due candidati a spartirsi in parti uguali l’elettorato centrista, ma con una leggerissima prevalenza in favore di Sarkozy. I sondaggi della vigilia indicavano che gli elettori di Bayrou avrebbero scelto Hollande per il 33% e Sarkozy al 35%.

E’ ovvio che da oggi ci sarà una corsa al centro, che potrebbe sfociare nella proposta pubblica di Sarkozy di offrire la poltrona di primo ministro a Bayrou, paradossalmente quando l’uomo sembra essere in una fase declinante della sua vita politica.

Secondo aspetto. I voti del Fronte Nazionale. Qui sta l’inghippo vero di Sarkozy. Le rilevazioni di voto delle ultime settimane indicano grosso modo che circa l’80% di chi al primo turno ha votato la sinistra radicale darà al ballottaggio il voto a Hollande. Al contrario, gli elettori di Le Pen voterebbero Sarkozy per una percentuale intorno al 45%.

Questo significa che se Sarkozy vuole restare all’Eliseo dovrà recuperare a destra, anche se al contempo non dovrà perdere il centro. Una indicazione ufficiale di voto da parte di Le Pen vi dovrebbe essere solo l’1 maggio, ma gli sherpa dei due partiti sarebbero già all’opera, per mettere insieme le forze ed evitare di consegnare l’Eliseo alla sinistra.

Finora, va ricordato che l’Ump non ha mai sdoganato il Fronte Nazionale e ha sempre rifiutato pubblicamente di accettare i voti dei lepenisti. Stavolta le cose potrebbero cambiare, anche se un coinvolgimento diretto di Marine Le Pen nella campagna elettorale di Sarkozy in queste due settimane sembrerebbe cosa difficilissima, quasi non fattibile.

Ad ogni modo, malgrado la batosta del primo turno e il calo evidente del consenso sul 2007, i due candidati viaggeranno alla pari da qui al prossimo 6 maggio. Quel che sembra certo è che dal 7 maggio l’asse franco-tedesco potrebbe appartenere agli annali delle storia. Di certo se vince Hollande. Quasi certo se rivince Sarkozy con il voto dei frontisti.

 

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Giuseppe Timpone