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Scontro Grillo-Vendola. Il comico attacca e Vendola: sei razzista!

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Giuseppe Timpone

Sinistra in subbuglio. Quando il “nemico” sembrava fuori uso, battuto e il corso degli eventi iniziava ad essere dalla sua parte, ecco che il destino cinico e baro si mette ancora una volta contro. E nell’arco di pochi giorni, un pò tutti i giochi, che sembravano essere conclusi, sono mandati in aria e le carte rimescolate. A determinare un netto cambiamento nel dibattito politico sterile e infruttuoso dell’Italia è stata la pubblicazione di alcuni sondaggi, che negli ultimi giorni hanno mostrato come il Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo potrebbe ottenere un numero non indifferente di voti, con la possibilità che non solo entri in Parlamento, ma anche che ottenga un consenso tra il 4 e il 7%.

Contrariamente a questo trend, calano un pò tutti i partiti tradizionali, compresa Sinistra e Libertà di Nichi Vendola, il cui spazio politico anti-sistema viene ridimensionato e assorbito da una visione più ampia e a-ideologizzata, come quella che propone l’ex comico genovese, quando gira in lungo e in largo lo Stivale, parlando un linguaggio grezzo, populista, contro il sistema politico e atipico, non scegliendo mai alcuna delle coalizioni politiche in campo.

L’atteggiamento dei grillini, in realtà, è sempre lo stesso da anni. Non sono una effettiva novità nel panorama politico italiano, ma il loro movimento è stato coltivato e coccolato a sinistra, non già per la sua adesione ai principi dello schieramento di Bersani e Vendola, quanto per l’utilità di strumentalizzarlo in funzione anti-berlusconiana. E’ accaduto lo scorso anno, quando la mobilitazione dei grillini è stata forse decisiva per fare raggiungere il quorum per i quattro quesiti referendari, quelli contro il nucleare, per l’acqua pubblica e contro il legittimo impedimento. Ma proprio con la caduta del governo Berlusconi, la sinistra aveva pensato di avere facilmente domato un fenomeno che poteva sfuggirle di mano. E, invece, Grillo è tornato ed è riuscito a scalzarla dal dibattito, diventando riferimento per parte di quell’opinione pubblica anti-sistema e sfiduciata, che ritiene che tutti i partiti abbiano fatto il loro tempo e vadano cambiati.

Non è un caso che in queste ultime settimane non ci sia traccia di uno scontro tra le tante dichiarazione dell’ormai ex comico genovese e il centro-destra. Grillo punta a disarticolare il sistema politico, attaccando quella sinistra radicale, che può rappresentare il bacino elettorale più importante da dove attingere per una crescita dei suoi consensi.

E se la Lega è in piena crisi, dopo gli scandali che hanno travolto l’immagine di partito fuori dai palazzi romani, ancora una volta non è la sinistra a beneficiare di questo probabile tracollo, quanto il più scaltro e veloce Grillo, che sta girando ogni borgo padano, al fine di attirare i consensi dei delusi dal Carroccio, proponendo un linguaggio a tratti molto simile nella forma e nella sostanza.

Prima di Bersani, lo ha capito il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che ormai attacca Beppe Grillo a ogni piè sospinto, arrivando a paragonarlo all’esperienza di Berlusconi dal ’94 in poi. Non solo. Il leader di Sel ha rincarato la dose, definendo il genovese uno “xenofobo” e persino “omofobo”.

Sì, proprio così. Grillo ora viene accostato a sinistra a un politico estremista e quasi fascistoide, nel tentativo di porre un argine alla fuga di consensi dalle parti di Sel e compagni. In realtà, Vendola ha compreso il tentativo di Grillo di riposizionarsi nell’arena politica, puntando ad essere la nuova Lega, in chiave più nazionale, ma con argomentazioni simili contro la vecchia politica romana e con parole d’ordine non tanto differenti.

E così qualche irritazione è stata esternata anche dal Partito Democratico, con il segretario Pierluigi Bersani che ha dichiarato di essere favorevole a ridurre i finanziamenti pubblici e di porre un tetto alle spese elettorali, laddove non c’è, ma ha anche aggiunto di non volere prendere lezioni da nessuno, nemmeno da Grillo.

Un’altra dichiarazione frutto del crescente nervosismo, visto che si vocifera che Bersani sarebbe pronto a staccare la spina al governo Monti, nel tentativo di evitare che i grilli crescano più del dovuto, azzoppandoli sul nascere.

E cosa dire della battuta infelice e degna solo di un Bersani, per cui “il PD sarebbe come l’usato sicuro”? C’è chi la considera già un boomerang mediatico, di certo un modo per sottolineare come il suo partito sia ancora la vecchia politica, che lotta contro l’emergere del “nuovo”, buono o cattivo che sia.

E alla faccia del web e della politica sui blog, Facebook o Twitter, Grillo sta girando l’Italia su un camper, facendo una campagna elettorale abbastanza tradizionale e classica, ossia radunando elettori nelle piazze e facendo comizi. E l’invito ai suoi candidati è chiaro: niente TV. Niente salotti, perché sarebbero solo trappole degli asserviti al potere politico, con conduttori faziosi che cercherebbero solo di smontarli.

Anche in questo non vi sembra di trovare qualche similitudine con la politica in salsa leghista, fatta di sezioni sul territorio, poche chiacchiere in TV e molti più faccia a faccia con i cittadini? Per questo la sinistra trema!

 

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Giuseppe Timpone