Luca Cordero di Montezemolo e Silvio Berlusconi. Due imprenditori, due uomini con la passione della politica, due visionari di una politica liberale dell’economia. Ma caratterialmente molto diversi e spesso non si sono affatto presi proprio per questo. L’ex premier è istintivo, di pancia, si è sempre sentito estraneo alle stesse dirigenze confindustriali e non è un caso che tra Confindustria e il governo Berlusconi, quando a capo della prima ci fu proprio Montezemolo (2004-2008), i rapporti furono ridotti ai minimi termini. Stessa cosa accadde di recente con Emma Marcegaglia, che viene considerata una pupilla del predecessore.
Ma la Realpolitik impone di mettere da parte gli screzi personali, cosa che potrebbe riuscire molto meglio a due imprenditori, piuttosto che a politici puri. Già, perché Montezemolo è stato sempre associato a Casini e Fini, alle tentazioni neo-centriste, certamente al mondo moderato, anche se non a Berlusconi.
Invece, pare che le cose stiano rapidamente cambiando. Ancora una volta, il fiuto dell’ex presidente del consiglio è davvero geniale. Ha capito che Casini non intende dare vita a un’aggregazione tra moderati, ma cerca di giocare una partita in solitaria, con la speranza di fare il colpaccio alle politiche del 2013, smembrare il PDL e magari spartirsi Palazzo Chigi e Quirinale con il PD. D’altronde, nell’esperienza di governo tra il 2001 e il 2006, Berlusconi ha avuto modo di capire come non sia possibile avere a che fare molto con il mondo democristiano, propenso più alle poltrone, che ai programmi di governo. L’ennesima conferma che il leader centrista stia manovrando uno sfascio dall’esterno del PDL la si è avuta ieri, con la sottoscrizione di una lettera da parte di 30 parlamentari pidiellini, di ispirazione neo-centrista e che fanno capo all’ex ministro dell’Interno, Beppe Pisanu. Nella lettera, pur senza paventare la fuoriuscita dal partito, i parlamentari chiedono che si crei un’aggregazione al centro, progetto di fatto che accantonerebbe il berlusconismo e il PDL.
Che dietro ci sia Casini è evidente, ma adesso Berlusconi sarebbe pronto a passare strategicamente al contrattacco. E così, si apprende che agli inizi di aprile, l’ex premier si è incontrato con Luca Cordero di Montezemolo, con il quale avrebbe parlato certamente di politica e si sarebbe confrontato sulle ricette per uscire da questa crisi devastante dell’economia e del sistema politico-istituzionale. Pare che l’incontro sia andato molto bene, visto che i due si sarebbero trovati d’accordo sull’idea di vendere il patrimonio dello stato, per ridurre il debito e le tasse sulle imprese e le famiglie. Insomma, piena sintonia sulle ricette per l’economia.
Quanto al passo politico, Montezemolo non ha sciolto la sua riserva, nel senso che non avrebbe assicurato a Berlusconi di volere entrare in politica (cosa che pubblicamente continua a smentire). Tuttavia, ci sarebbe stata un’intesa per un confronto tra i due, che potrebbe portare, se non all’ingresso dell’imprenditore nel PDL, cosa a cui non crederebbe nemmeno Berlusconi, alla creazione di una formazione contigua ed alleata, magari in grado di costruire un’alternativa sia ai centristi alla Casini, sia pure alla Lega Nord.
Soltanto poche settimane fa, sarebbero sembrato scherzo, invece, oggi già si ipotizzano scenari di alleanza tra i due. Anche perché Berlusconi sarebbe rimasto positivamente colpito dal fatto che i sondaggi assegnerebbero al capo della Ferrari una certa popolarità tra gli italiani, i quali lo avvertirebbero come uomo nuovo, di certo finora estraneo alla politica.
E la sfida del 2013 si giocherà proprio sulla rottura con il passato. L’implosione drammatica della Seconda Repubblica potrebbe diventare ancora più evidente nei prossimi mesi, per via dell’enorme malcontento che monta rabbioso in tutto il Paese. I partiti tradizionali non riscuotono fiducia e non esistono ancora leader in grado di interpretare le istanze di cambiamento degli elettori, salvo che non si voglia considerare Beppe Grillo in tal senso.
E allora, puntare su Montezemolo, magari alla guida di un’area politica di centro-destra più ampia del solo PDL non sarebbe cosa cattiva. Anche perché non solo l’uomo vanterebbe una forte simpatia tra gli ambienti imprenditoriali e finanziari del Belpaese, cosa che non guasta mai in Italia, ma potrebbe anche portare con sé qualche altro volto interessante del capitalismo italiano, come l’amico Diego Della Valle.
E’ noto che quest’ultimo sia stato vicino a Forza Italia agli albori della sua nascita nel 1993-’94, allontanandosene nel tempo, per via di una forte delusione nell’attuazione del programma di governo. Il tandem Montezemolo-Della Valle potrebbe rinvigorire lo spirito liberale e rivoluzionario originario del centro-destra, rimasto impantanato nelle lotte personalistiche sia del PDL attuale, sia anche tra il partito dell’ex premier e i nordisti della Lega,
Sarà fattibile questo progetto o stiamo andando un pò oltre con la fantasia? Ovviamente, sarà importante monitorare la frequenza e il verificarsi degli incontri tra i due. Occhio anche a ItaliaFutura, l’associazione messa in piedi da Montezemolo, che raccoglie già tra le sue fila numerosi imprenditori ed economisti liberali, vicini al berlusconismo e al centrodestra. Ogni convegno da essa organizzato è sempre occasione di termometro anche sui rapporti tra il fondatore e lo stato della politica.