Nel 1986 con l’uscita di “Corto Circuito” è arrivato nelle sale un film che, con i suoi temi leggeri e con una vagonata i buoni sentimenti, cercava di emulare il successo di “E.T. L’Extraterrestre” spostando l’attenzione degli spettatori da un alieno a un robot. Di sicuro una visione diversa dell’universo robotico, considerando che qualche anno prima uscì al cinema “Terminator“, in cui Arnold Schwarzenegger impersonava il violento T-800.
A distanza di quindici anni il regista Tim Hill, il cui ultimo progetto è stato la simpatica commedia pasquale “Hop“, spera di cambiare la visione classica del personaggio di Johnny 5 con l’imminente remake di “Corto Circuito”. Sicuramente continuerà ad essere una commedia sci-fi incentrata su un simpatico robottino che diventa senziente e desideroso di amore, ma l’obiettivo è quello di rendere il film più “pericoloso”, magari dando maggiore spessore all’ambientazione e alla condizione sociale del nostro mondo.
Dopotutto ci troviamo in un periodo in cui la guerra è dappertutto, e la robotica si sta sviluppando sempre più. Abbiamo droni e automi che combattono per noi semplicemente perchè il genere umano non vuole. E trovarsi nella situazione in cui gli stessi robot rifiutano il loro destino e la dipartita, come nel caso di Johnny prossimo allo smantellamento, potrebbe far riflettere maggiormente sulla vita e sulla morte.
Nei piani di Hill c’è anche l’idea di cambiare il personaggio di Stephanie Speck, la ragazza amica degli animali interpretata da Ally Sheed, che prossimamente potrebbe trasformarsi in una teenager. Una scelta che tende a dare un senso più familiare alla pellicola, andando così in aperto contrasto con le ulteriori decisioni del regista.