Il sito della Dpl di Modena non lo ha chiuso la Fornero: svelato l’arcano

A ridosso delle vacanze pasquali aveva fatto molto parlare di sè in rete un episodio oscuro quanto disdicevole: l’improvvisa chiusura del sito della Direzione Territoriale del Lavoro di Modena, portale molto noto agli addetti ai lavori ed al comune pubblico, dichiarando in circa 11 anni di attività ben 18 milioni di visitatori, fatto che non ha permesso all’improvviso oscuramento di passare inosservato. Il motivo “ufficiale” era in bella mostra sulla home page, in un comunicato che spiegava come il Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali avesse ordinato l’immediata cessazione del servizio per motivi poco chiari, spiegati in “burocratese”.

Missive e comunicati di protesta da sindacati ed associazioni, addirittura interrogazioni parlamentari erano già partiti o pronti a partire, così come numerosi articoli avevano indicato come possibile responsabile lo stesso ministro del Lavoro, Elsa Fornero, finchè la verità è venuta in parte a galla grazie all’attivismo di una giornalista de La Stampa, Anna Masera.

La redattrice racconta di essersi allarmata ed incuriosita a seguito di numerosi messaggi via Twitter che segnalavano l’accaduto, ed aver poi letto della vicenda su vari blog e siti (compreso il nostro) finendo per contattare il ministro per via telefonica. La Fornero a sua volta le ha chiarito di non essere assolutamente intervenuta per far cessare i servizi del portale, ma di aver appreso dalla stampa di tutto ciò, scoprendo che la vera responsabile è proprio il suo “segretario generale”, Matilde Mancini. Ma il ministro ha voluto proseguire le “indagini” chiamando direttamente Eufranio Massi, direttore della Dpl di Modena, che ha ammesso un suo errore nel pubblicare la bozza di riforma del lavoro già esposta sul sito de Il Sole 24 Ore, insomma un documento non ancora ufficiale e non distribuito per gli appositi canali. La Fornero si è detta comunque stupita che la “punizione” per una simile sbavatura sia stata così pesante e si è riservata ulteriori approfondimenti per eventualmente disporre la riapertura del sito, che visto il successo riscontrato con l’utenza potrebbe essere addirittura “…un esempio, un modello a cui ispirarsi, e chiederei a Massi di collaborare al nostro sito per migliorarlo”.

Tutto è bene quel che finisce bene? E’ ancora presto per dirlo, anche se l’atmosfera appare piuttosto sbollita ed i commentatori piuttosto convinti delle rassicurazioni provenienti dalla titolare del Welfare.

Guido Scorza, l’avvocato “bastonatore” dei misfatti in rete, è soddisfattissimo che il passaparola su internet ed i social networks abbiano innescato un meccanismo virtuoso che ha portato infine a chiarire in gran parte i termini della vicenda, e se da un lato si scusa col ministro per un eccesso di veemenza, dall’altro non rinuncia (giustamente) a rilanciare e pungolare ancora il ministero e l’alto funzionario che si è mosso con una autonomia ed una leggerezza sconcertanti: “…chiudendo dalla sera alla mattina un sito internet di informazione di pubblico interesse per ragioni che, a cinque giorni – benché due festivi – dal provvedimento non sono ancora note neppure al Ministro”.

Ora aspettiamo tutti di veder sparire questo malinconico messaggio dal portale.

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