L’associazione animalista Animal Equality, stavolta ha lasciato parlare gli animali delle più importanti statue della capitale.
Un’usanza vuole che quando c’è un’ingiustizia, le statue della città si esprimano sull’argomento. Ieri è capitato a cani, leoni e cavalli dei più noti gruppi scultorei della città di Roma. L’ingiustizia in questione è il massacro degli agnelli che ogni anno si verifica in Italia in occasione della “santa” Pasqua.
Le statue si ribellano all’uccisione dei circa 900.000 animali tra capre, agnelli e pecore che annualmente sulle tavole degli italiani.
Tramite cartelli d’opposizione a questa inutile tradizione, il cane nella statua del Gianicolo ha potuto gridare “Ferma lo sterminio degli agnelli. Libertà per tutti”; il leone egizio sul Campidoglio ha invitato tutti a diventare vegani; l’elefantino della Minerva in Piazza Santa Maria ha invocato “Etica e rispetto per ogni specie animale” e uno dei leoni della fontana di Piazza del Popolo ha dichiarato “Gli agnelli non possono parlare. Noi si. Ferma il massacro”. Ancora lunga la lista dei “partecipanti”, tra cui le tartarughe di Piazza Mattei, i cavalli dell’altare della Patria, quelli di Piazza Navona e i delfini della Dea di Roma in Piazza del Popolo.
Un modo originale, per opporsi a una crudele tradizione che va avanti da troppo tempo.