Lega nella bufera: Bossi si dimette

Fine di un’epoca: travolto dallo scandalo che vede coinvolto l’ex tesoriere Francesco Belsito, Umberto Bossi si è dimesso da segretario della Lega. A venti anni esatti dalle elezioni del 1992, quelle che avevano segnato il primo successo del Carroccio, arriva la resa del Senatur: troppo grande lo scandalo suscitato dall’inchiesta portata avanti dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, troppo forti le pressioni di chi chiedeva una svolta per salvare il partito.

Da Roma ladrona, cavallo di battaglia dei successi leghisti, a Lega Ladrona, slogan molto in vigore sul web negli ultimi giorni: per il Carroccio, affossato da uno di quegli scandali che ha sempre combattuto pubblicamente, ora si apre una nuova fase che vedrà probabilmente al vertice del partito un triumvirato composto da Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Giancarlo Giorgetti, almeno fino al prossimo congresso. La decisione di Bossi, definita irrevocabile, è arrivata nel consiglio direttivo che si è tenuto oggi: la scelta dell’ormai ex leader del Carroccio arriva dopo una serie di rilevazioni sul coinvolgimento della famiglia Bossi nello scandalo che vede come personaggio centrale Belsito.

Da quanto si apprende, infatti, nella cassaforte del tesoriere è stata ritrovata una cartella con l’intestazione ‘The Family’: secondo gli inquirenti i documenti presenti al suo interno farebbero riferimento a denaro utilizzato per i familiari di Bossi. Inoltre sarebbe stato trovato anche un carnet degli assegni con la scritta ‘Umberto Bossi’: il libretto sarebbe della sede genovese della banca Aletti, istituto dove vengono versati i contributi elettorali delle Lega e sarebbe stato utilizzato per prelevare denaro per le spese personali della famiglia del senatur. Dall’inchiesta emergerebbe anche che Renzo Bossi e la sua fidanzata Silvia Baldo avrebbero portato via dalla sede di via Bellerio i faldoni relativi alla casa per paura dei controlli.

Proprio su Renzo c’è più di un ombra, come emergerebbe anche dalle intercettazioni di alcune conversazioni di Nadia Dagrada con Belsito; in una telefonata la responsabile amministrativa del Carroccio diceva al tesoriere: “Quando esce una cosa di questo genere sei rovinato! Il figlio di lui (il riferimento è a Bossi, ndr) che ha certe frequentazioni, altro che Cosentino“. In un’altra intercettazione la stessa Dagrada suggeriva a Belsito di ricordare a Umberto Bossi che i soldi spesi erano per evitare guai al figlio Renzo: “Ma quelle sono cifre – diceva la donna -, cioè, o tuo figlio lo mandavano in galera… o c’era da pagare”.

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