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Categorie: News

Preparativi di Pasqua: scopriamo le pietanze italiane, regione per regione

Published by
Lucrezia Liuzza

Dopo 40 giorni di astinenze alimentari e non osservate per il periodo della quaresima, fervono i preparativi per la Pasqua che celebra la risurrezione di Cristo e con lei la primavera.

Il menù dedicato alla Pasqua varia di regione in regione ma ci sono tre immancabili protagonisti sulle tavole di tutto il nostro Paese: le uova, l’agnello e la colomba. Come molti sapranno, questi non sono dei cibi consumati casualmente ma ognuno di loro racchiude un significato ed una simbologia legata a doppio filo con la cristianità. Possiamo affermare che l’uovo rappresenta la nascita, la vita che si rinnova di continuo; l’agnello rappresenta invece il sacrificio, usato fin dall’antichità come vittima sacrificale, rappresenta per i Cristiani il sacrificio di Gesù chiamato per l’appunto “L’Agnello di Dio”; la colomba è di per sé simbolo di pace ma, parlando della colomba intesa come dolce pasquale, pare che la tradizione risalga a Alboino il Re dei Longobardi che ricevette una sorta di pane dolce lievitato a forma di colomba durante l’invasione di Pavia, esso lo interpretò come inequivocabile richiesta di pace che infatti fu.

Al di là di queste pietanze, ogni regione ha un qualche tipo di portata tipica tradizionale per il periodo pasquale, cercheremo quindi di percorrere il nostro bel Paese scoprendone qualcuna.

In Abruzzo si usa cucinare il Caciaovo, uno spezzatino di agnello cucinato insieme ad un composto di cacio e uova in un’unica pirofila così da ottenere una sorta di frittata con dei bocconcini di agnello; in Calabria sono immancabili le Sgute, una sorta di pane dolce fatto a treccia che avvolge uno o più uova sode, che vengono preparate nella settimana Santa e donate il giorno di Pasqua o di Pasquetta ai propri cari; in Campania primeggia su tutto la famosa Pastiera Napoletana, un dolce a base di pasta frolla con un ricco ripieno composto da ricotta, orzo e frutta candita e anch’essa viene preparata il giovedì o il venerdì Santo e consumata nei giorni di festa; in Friuli Venezia-Giulia si usa invece preparare la Pinza Pasquale alla Triestina, si tratta di una specie di brioches ricca di burro che può essere consumata a piacere tanto con gli affettati come con la marmellata o il cioccolato.

Nel Lazio, tra le varie pietanze, segnaliamo l’Arrosto di agnello con coratella. In questa preparazione l’agnello si divide in più parti: la coratella – vari tipi di interiora dell’animale – viene tagliata a fettine sottili, insaporita con vari aromi e servita insieme al carrè d’agnello a mò di polpettone. In Liguria troviamo un altro grande classico, la Torta Pasqualina, che è una sorta di sformato salato dal ripieno composto da vari tipi di verdura a seconda delle preferenze dei singoli; in Sardegna si preparano i Pillus, assomigliano a delle lasagne dove la sfoglia di pasta viene intervallata da uno strato di carne prosciutto e sugo di pomodoro. In Puglia troveremo invece le Scarcelle che somigliano molto ai “cannatuni” della bella Sicilia: si tratta di una forma di pasta frolla adornata con uova, glassa, codette e ovetti di cioccolato. Nel Molise si usa preparare un’Insalata pasquale che unisce vari tipi di verdura a dei piccoli ovetti di quaglia sodi; in Umbria e in generale in tutto il centro Italia si prepara infine la Pizza di Pasqua che esiste in due varianti, una dolce ed una salata, somiglia ad una specie di panettone e può essere farcita con pomodorini secchi ed altre verdure o con frutta secca o candita.

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Lucrezia Liuzza