Come si poteva tranquillamente prevedere la grande maggioranza degli elettori del Pd è furiosa per la riforma del lavoro proposta dal Governo, e su tutti i Social Network sta minacciando di non votare mai più il partito, se accetterà una riforma così palesemente costruita contro i lavoratori ed a favore delle classi imprenditoriali.
La gente si chiede dove sia la sinistra ed è pronta a spostarsi su Vendola, Di Pietro, Grillo o a smettere di andare a votare. Certo è che se davvero si decidesse di appoggiare una tale riforma, almeno la metà dei voti che oggi ha il Partito Democratico andrebbe immediatamente persa, ed il senso stesso di una cultura politica svanirebbe di colpo. Uno dei commenti in rete che appare tra i più azzeccati è il seguente:
“Caro Bersani, il Pdl riesce e vince sui Taxi, sulle Farmacie, sui Notai, sull’asta delle frequenze TV, la responsabilità dei giudici, le intercettazioni, la concussione, la corruzione. Il Pd invece, accetta la nuova riforma delle pensioni con la disperazione dei lavoratori che si sono dimessi a pochi anni dal pensionamento, l’aumento delle tasse, la diminuzione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. Ma allora chi dovrebbe difendere le classi più deboli in questo Governo?”.
In giornata perfino l’associazione dei funzionari di polizia ha dichiarato che lo stesso ordine pubblico è in grave pericolo di fronte ad una riforma del lavoro così gravemente ingiusta.
Per la Cgil e la Fiom c’è solo una possibilità di lotta: 16 ore di Sciopero Generale e blocco della produzione in tutta Italia, che rischia di perdere l’appellativo di BelPaese per colpa di Mario Monti ed Elsa Fornero!