“Susanna non firmare. Lascia ai partiti la responsabilità di una riforma del lavoro gravissima!”

Cgil, Cisl, Uil in queste ore tentano a fatica di trovare una piattaforma programmatica comune da presentare domani alla Fornero, nel giorno decisivo della riforma del lavoro, che sancirà l’accordo o la rottura definitiva tra le Parti Sociali, in merito ad una strategia politica che, senza girarci attorno, mira alla revisione di 50 anni di lotte sociali che hanno portato alla conquista di diritti fondamentali. Ora i Tecnici vogliono cancellare tutto, ovviamente d’accordo con i politici (Pd compreso!), che hanno delegato ai primi tale facoltà, solo credendo di poter sfuggire così alle accuse dei lavoratori e disoccupati italiani.

Resta un baluardo nella lotta sociale, quello rappresentato da Maurizio Landini e dalla Fiom-Cgil (pronto uno sciopero di due ore a partire da domani su tutto il territorio nazionale), che su posizioni certamente estremiste, garantisce però una sorgente di speranze per lavoratori fissi e precari del settore metalmeccanico. Che la Cgil si lasci ispirare da quest’esempio e non da quelli voltagabbana di Bonanni&Company, che ormai da troppi anni si sono distanziati anni luce dai sentimenti, dalle aspirazioni e dalle esigenze reali dei lavoratori.

Susanna Camusso è a te che io e tantissimi lavoratori di questo Paese ci rivolgiamo, a te che sei leader di quello che resta il sindacato più rappresentatiuvo italiano: domani non firmare e lascia al Parlamento ed ai partiti politici (anche quelli di sinistra) l’onere di avere la faccia di votare una riforma che rischia di gettare migliaia di famiglie nella disperazione nel corso dei prossimi anni!

Solo così riusciremo infatti a vedere facce nuove in Parlamento, perchè se anche il Pd, senza il consenso dei sindacati, dovesse votare una tale riforma del lavoro che demolirà gli ammortizzatori sociali e rendere agevole licenziare, non credo che nessun elettore vagamente di sinistra darà più appoggio e fiducia ai suoi rappresentati di oggi (proprio per questo Bersani spinge con tutte le sue forze per avere l’alibi, davanti ai suoi elettori, del consenso dei sindacati).

“Susanna no, non concedergli quell’appiglio, non dargli la possibilità di sbandierare quell’alibi!”.

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