La “black list” dei commercianti furbetti divide i partiti: Pdl e Lega non la vogliono e il Pd si sfila

Nonostante l’attenzione sia puntata in queste ultime ore sulla questione lavoro, il decreto legge sulla semplificazione fiscale sta continuando il suo iter, con annessa la discussione sugli emendamenti. E’ quindi scollamento improvviso tra i partiti, sulla norma che conferisce all’Agenzia delle entrate l’elaborazione di “black list” di contribuenti che sono stati ripetutamente segnalati per non aver emesso lo scontrino, articolo per la cui soppressione sembrava creatosi un inedito asse Lega Nord/Pdl/Pd, presentando 5 emendamenti nelle commissioni Bilancio e Finanze al Senato, ma nel pomeriggio il Partito Democratico si è “sfilato” dall’iniziativa.

Mauro Agostini e Giuliano Barbolini, capigruppo Pd nelle suddette commissioni, hanno chiarito che la partecipazione alla proposta era stata a puro “titolo personale” di qualche collega:  “Saranno subito ritirati gli emendamenti sulle liste selettive dei commercianti evasori… il gruppo del Pd al Senato appoggia con convinzione la misura prevista dal governo nel decreto fiscale sulle liste selettive di commercianti, segnalati per la non emissione di scontrini”.

Lo stesso Barbolini presenta invece una modica basata sulle dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, che prevede una sorta di “certificazione” per i commercianti sempre in regola con gli obblighi fiscali, il cosiddetto “bollino blu”, una misura che dovrebbe interessare chi fattura meno di un milione di euro, e che potrà essere utilizzato ”ai fini di comunicazione dei rapporti con la clientela”.

Un altro emendamento interessante è stato presentato invece dal senatore Esteban Juan Caselli (circoscrizione Estero) e prevede una risoluzione semi-amichevole per le vertenze di coloro che a seguito di accertamenti hanno aperto un contenzioso contro il fisco. In questo caso se la questione riguarda una somma inferiore a 100.000 euro, e risulta ancora pendente “al primo ottobre del 2011” sarà possibile concludere il tutto pagando 150 euro (se il valore della lite è sotto i 2000) altrimenti si potrà pagare il 10% della somma contestata.

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