Ressa di dichiarazioni in questo fine settimana ben “caldo” dopo gli incontri molto intensi che hanno caratterizzato il negoziato sulla riforma del lavoro. Il presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto al convegno di Confindustria a Milano, anche in conferenza stampa, dicendosi sicuro che tra qualche giorno ci sarà la quadratura del cerchio, nonostante non abbia nascosto una certa preoccupazione: “Avrò in questi giorni particolarmente bisogno di richiamare Confindustria e sindacati allo spirito di coesione che gli chiesi prima di formare il governo, e che in quel momento di difficoltà li aveva uniti” ha detto quindi il premier rivolgendosi sia ad Emma Marcegaglia (con la quale stamane ha avuto un incontro privato) che ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, seduti in sala.
Ma l’atmosfera non sembra delle migliori, visto che i sindacati sembrano compatti nelle loro perplessità, nonostante la più agguerrita appaia sempre la leader della Cgil Susanna Camusso, che nel suo intervento al convegno ha ribadito una indisponibilità alle modifiche prospettate sulla questione licenziamenti: “Fondare tutto sul tema dell’articolo 18 è il segnale che l’unico vero problema è licenziare… se si vuole fare l’accordo, bisogna trovare un punto di mediazione, perché non si può immaginare che ciò che si è detto in premessa rimanga fino alla fine””.
Anche il leader Uil Luigi Angeletti è pessimista, dicendo che sul compromesso non ci “scommetterebbe soldi” e di non vedere ancora nessuna intesa sulla questione della flessibilità in uscita: “Sugli elementi che riguardano le motivazioni di carattere economico per i licenziamenti siamo disposti a fare un passo in avanti. Ma non siamo per nulla disposti a modificare l’articolo 18 per quanto riguarda gli aspetti disciplinari che attengono a rapporti di potere fra azienda e lavoratori… il ministro del Lavoro ha invece detto che bisogna modificare anche quello”. Ancora oggi infatti, mentre Monti incontrava informalmente la Marcegaglia, i sindacati facevano lo stesso con Elsa Fornero, e non poteva mancare anche il commento a margine di Raffaele Bonanni, leader Cisl, che tra le righe ha parlato di “qualcuno” che vorrebbe andare allo scontro frontale con il governo: “La proposta che abbiamo fatto di distinguere i licenziamenti di natura economica da quelli discriminatori è messa in discussione dagli opposti estremismi. Sono molto preoccupato e chiedo a tutte le parti di riconvergere su una posizione di equilibrio e buon senso e su una soluzione che vada bene a tutti”.
Questa mattina all’incontro era presente anche il presidente della Commissione Europea, José Manuel Durao Barroso, che lodando il buon lavoro fatto sin qui da Monti ha voluto poi fare alcune dichiarazioni sullo stato delle cose: “L’approccio della cosiddetta flexicurity è importante e speriamo di trovarlo nei contenuti della riforma cui il governo sta lavorando alacremente. Il consenso e il dialogo sociale sono fondamentali per ripristinare la fiducia degli investitori nei confronti dell’Italia“.