Le arachidi, chiamate anche noccioline americane, stanno sempre più prendendo piede nell’industria alimentare: usate come stuzzichino gustando un aperitivo o come ingrediente nella preparazione di dolci o alimenti sono amate da molti.
L’aumento esponenziale del consumo di questo prodotto ha portato anche una maggior sensibilizzazione in alcune persone che hanno sviluppato, nei suoi confronti, intolleranze o allergie.
L’allergia alle noccioline è la terza per diffusione, superata solo da latte e uova, e colpisce oltre l’ 11% della popolazione mondiale con conseguenze molto pericolose per la salute. La reazione è conseguente all’ingestione, al contatto e all’inalazione e viene scatenata da tre proteine, che fanno da allergeni, che resistono al calore della tostatura. L’allergia si scatena prevalentemente nei primi anni dell’infanzia e permane per tutta la vita.
Grazie ad Annick Barre, docente e ricercatrice di farmacia all’Università Paul Sabatier di Tolosa, si è appena brevettata una tecnica per ovviare al problema dell’allergia alle arachidi. Lo studio, brevettato in Francia, permette di rendere innocuo il 95% delle proteine responsabili della reazione allergica. Le cosiddette noccioline ipoallergeniche vengono ottenute sottoponendole ad uno shock termico unito ad un’elevata pressione: grazie poi all’aggiunta di un probiotico, si destrutturizzano le proteine rendendole inoffensive.
Ad oggi la sperimentazione si svolge a livello cellulare ed è in continuo miglioramento; viste le gravi conseguenze scatenate dalle reazioni allergiche, si attenderà di giungere alla neutralizzazione del 100% degli allergeni prima di passare alla sperimentazione sugli esseri umani.
La ricerca darà sicuramente a breve i risultati sperati cosicché finalmente tutti potremmo gustare le noccioline e tutti i loro derivati.