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Dopo la presentazione dell’Aspi, la Fornero dà il via ai colloqui sull’articolo 18

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Giuseppe Di Spirito

Dopo che il governo ha fissato la sua agenda, annunciando la chiusura della trattativa sul lavoro tra il 21 e il 23 marzo, cominciano oggi gli incontri bilaterali sulla flessibilità, anche quella in uscita, tra i rappresentanti delle parti sociali ed il ministro Elsa Fornero, che ieri ha polarizzato l’attenzione con la notizia che la riforma degli ammortizzatori sociali vuole partire immediatamente, per andare a regime nel 2015. Una posizione che ha destato notevole perplessità tra i sindacati, con Susanna Camusso che ha parlato di “passo indietro” e Raffaele Bonanni che ha espresso la sua preoccupazione per un “rischio ecatombe” tra i lavoratori che in questo periodo perdono l’impiego, non tacendo le perplessità di Confindustria.

C’è stata quindi, finalmente, una sorta di “scoprire le carte” da parte dell’esecutivo, presentando ufficialmente la nuova tipologia di ammortizzatore, il cosiddetto Aspi (assicurazione sociale per l’impiego) che verrebbe applicata a tutti i dipendenti privati, anche precari, ma anche quelli pubblici che non hanno usufruito di un contratto a tempo indeterminato.

Sarebbero così abrogate tutte le vecchie forme di sussidio di disoccupazione (in particolare la mobilità) tranne la cassa integrazione guadagni ordinaria (Cig) e parte di quella straordinaria. Dalle notizie attuali, potrebbero usufruirne coloro che hanno accumulato almeno 52 settimane di contribuzione nell’ultimo biennio, e la durata sarebbe di 12 mesi per i lavoratori al di sotto dei 58 anni e di 15 per quelli al di sopra, prevedendo circa di 1100 euro per i primi sei mesi, importo ridotto del 15% nei restanti 6 e di un altro 15% successivamente, nel caso degli over 58. Se la platea dei “protetti” dal nuovo sistema si allargherebbe notevolmente, la prima obiezione da fare è il sensibile peggioramento del trattamento, quando confrontato all’attuale assegno di mobilità, che oggi arriva all’80% dello stipendio, per un periodo che tra 12 e 48 mesi, a seconda dell’età e dell’area geografica.

Intanto Luigi Angeletti, intervenendo allo sciopero generale dell’industria in Sardegna, torna oggi a ribadire il concetto che c’è la volontà di fare un accordo sulla riforma del mercato del lavoro ed il miglioramento dei sistemi di protezione dei disoccupati, chiudendo però a slanci sulla questione dell’articolo 18: “Mi sembra poco serio, di questi tempi, discuterne”.

Sul confronto in corso arrivano poi anche le dichiarazioni del presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, che parla di misure “ineludibili” e da fare in tempi rapidi per correggere alcune “storture” dell’attuale sistema del welfare: “C’è bisogno di una riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali che segua la riforma delle pensioni. Ce lo ha chiesto l’Europa”.

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Giuseppe Di Spirito