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Fornero da il via ai nuovi ammortizzatori: dal 2015 non esisterà più la mobilità

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Giancarlo Sali

La trattativa sulla riforma del lavoro sembra ormai prossima alla conclusione. Il discorso sull’articolo 18 resta ancora intricato, ma sul resto le parti (Governo, Sindacati, Confindustria) si sono avvicinate. Gli ammortizzatori sociali saranno riformati completamente ed il più possibile unificati, tra lavoratori di aziende medio-grandi e lavoratori di aziende piccole (che ora non ricevono alcun sussidio), fissi e precari, a partire da subito e diventeranno totalmente attivi, secondo la nuova tipologia, dall’anno 2015 e non dal 2017 come inizialmente prospettato.

Il punto dolente sta nel fatto che resterà la cassa integrazione ordinaria, per situazioni brevi e contingenti, mentre mobilità e cassa integrazione  in deroga, strumenti sociali che hanno impedito a migliaia di famiglie in Italia di cadere nella povertà più assoluta da un giorno all’altro, verranno cancellate dall’ordinamento. Resterà anche la cassa integrazione straordinaria, ma ridimensionata, e per i dipendenti con almeno due anni di servizio, che saranno licenziati, nascerà l’Istituto Sociale per l’Impiego.

Pare quindi che siano state trovate le risorse per un’indennità da corrispondere ai lavoratori licenziati, a seconda dell’anzianità di servizio (ovviamente in busta paga i lavoratori stessi dovranno contribuire alla creazione di questi fondi). Non si hanno conferme ufficiali, ma è chiaro che la durata complessiva e l’importo di questa nuova tipologia di ammortizzatori sociali, sarà nel complesso sensibilmente inferiore rispetto ad oggi. Se poi diventerà anche più facile licenziare, i dipendenti che con poca anzianità  (se minore di due anni non prenderanno un euro??) di servizio perderanno il lavoro, si troveranno a ricevere un trattamento economico (tra indennizzo risarcitorio a carico dell’azienda ed ammortizzatori sociali) davvero bassino. A guadagnarci dall’altra parte saranno i lavoratori precari o di aziende con meno di 15 dipendenti, oggi davvero iniquamente affatto considerati dalla normativa vigente.

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Giancarlo Sali