Ottime notizie per tutti gli animalisti. L’annuale caccia alle balene condotta dalle flotte nipponiche si è appena conclusa e la pesca è stata decisamente “magra”.
L’Agenzia per la pesca nipponica ha comunicato che la flotta è in ritiro e che il numero di cetacei catturati è nettamente inferiore a quello previsto. Le baleniere, partite a dicembre dal Giappone, avevano l’incarico di catturare circa 900 esemplari, ma per fortuna sono riusciti a prenderne circa 1/3 di quelli in programma.
Le condizioni meteorologiche e l’intervento degli attivisti, con i loro molteplici atti di sabotaggio, hanno ridotto la pesca a 266 balene di Minke e una balenottera. Già l’anno scorso, con le loro proteste, gli ambientalisti riuscirono ad anticipare la chiusura della campagna di caccia, riducendo drasticamente il numero di cetacei catturati e quest’anno, per fortuna, un’altra battaglia è stata vinta.
Anche questa volta gli attivisti hanno seguito le baleniere e hanno impedito la cattura dei cetacei per mezzo di bombe maleodoranti, l’uso di vernici e bloccando le eliche delle navi con delle corde.
La pesca alle balene è uno dei peggiori crimini commessi dall’uomo nei confronti della natura, un momento di vergognosa “umanità” durante il quale il mare si tinge di rosso e di sofferenza. Per fortuna, però, non tutti gli uomini sono uguali e molti di questi rischiano la vita per salvare anche un solo animale. Sono molti, infatti, gli episodi in cui dalle baleniere gli attivisti vengono attaccati nel tentativo di scoraggiarli e costringerli alla ritirata.
Stavolta, anche se molti cetacei hanno comunque perso la vita, consola il pensiero che molti altri sono ancora in libertà e che grazie all’impegno di alcune persone, possono continuare a vivere.