Un Pdl dai movimenti erratici tiene banco oggi nel “teatro” (più spesso teatrino) della politica italiana. Iniziava Silvio Berlusconi, avvisando all’ultimo momento che non sarebbe più stato disponibile a registrare la puntata di stasera di Porta a Porta, volando subito a Mosca per incontrare il suo amico Vladimir Putin. Quasi allo stesso tempo, tra lo sconcerto generale, Angelino Alfano annunciava in pompa magna che non sarebbe intervenuto all’incontro convocato dal premier Mario Monti con i segretari dei partiti di maggioranza. Sull’inevitabile scia di polemiche andata avanti tutto il pomeriggio, è intervenuto infine anche il presidente del Consiglio, annunciando il rinvio alla prossima settimana del vertice, e chiarendo che l’evento è saltato per problemi riguardanti i partiti ed i loro rapporti, senza questioni che possano mettere in pericolo direttamente la tenuta dell’esecutivo.
“La collaborazione tra governo e le forze politiche che lo sostengono è vitale per il Governo è fondamentale per il Paese. Non ho alcun segno che questa collaborazione si sia incrinata, o stia incrinandosi. Anzi, mi è stato confermato il contrario, cioè un convinto e continuo sostegno delle forze politiche al Governo”, ha dichiarato Monti.
Anche lo stesso segretario del Pdl ha tenuto a precisare che tutto quanto accaduto non è assolutamente colpa di Monti, e che non è in discussione la fiducia che si voterà domani alla Camera. Ma il bizzarro atteggiamento del Pdl è probabilmente l’ennesimo palesarsi di quei conflitti interni che preoccupano i vertici del partito, tanto che Alfano precisa che la sua “disponibilità” a parlare non si estende oltre quegli argomenti “per i quali questo governo è stato nominato” ossia “crescita, sviluppo economico ed economia”. Era dunque l’ordine del giorno del vertice a risultare indigesto al Popolo della Libertà, come conferma con toni più minacciosi anche il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Abbiamo dato la fiducia a Monti affinchè intervenga su questioni economiche e non su Rai e giustizia. E la fiducia continuerà ad averla se si occuperà di questo”. Per interpretare l’accaduto, c’è chi avanza anche l’ipotesi di un gesto di “ripicca”, a seguito di un incontro separato che il ministro della Giustizia, Paola Severino, avrebbe avuto con i soli segretari di Pd ed Udc, evento che non è sfuggito ad un Maurizio Gasparri molto contrariato, che invitava il Guardasigilli a “prendersi le proprie responsabilità”.
E proprio sulla riforma della giustizia, Alfano si è detto disponibile a discutere del disegno di legge sull’anticorruzione “facendo incontrare i nostri tecnici con il ministro” all’interno di una “ampia agenda” che vada però a toccare anche la responsabilità civile dei magistrati, le intercettazioni, la riforma costituzionale della giustizia. Insomma tutte quelle tematiche che hanno fatto più volte impantanare il precedente esecutivo, e che forse qualcuno responsabilmente vorrebbe “dribblare” a favore di norme ampiamente condivise, una prospettiva che evidentemente non piace a via dell’Umiltà.
Che la situazione sia tesa, comunque, ci hanno pensato a sottoscriverlo i rispettivi segretari di Pd e Pdl, su Twitter, impegnati a “beccarsi”, con il primo che ironizzava sull’imbarazzo di Bruno Vespa dopo il forfait del cavaliere: “…inviti sia Berlusconi che Alfano. Il 21 dovrei essere ospite di Porta a Porta. Cedo il mio posto” ed il secondo che gli rispondeva con una punta di veleno di essere molto “simpatico” ed a questo punto invece di andare a Porta a Porta avrebbe potuto “…andare Ballarò al posto di Crozza”.