Sta facendo il giro del mondo la notizia proveniente dalla Gran Bretagna riguardante un gelato. In un bar molto “in” di Londra The Icecreamists – letteralmente tradotto in I Gelatai – si sta servendo un gelato davvero insolito. Gli ingredienti che lo compongono sono: vaniglia del Madagascar, scorza di limone e latte materno! Il nuovo prodotto è stato ironicamente battezzato “Baby Gaga”.
La notizia ha destato stupore in molte persone e sdegno nei più. Da una parte Matt O’Connor – il titolare del locale – si pronuncia dicendo “se questo latte è buono per i bambini lo sarà anche per noi adulti” e aggiunge che questo gelato è la prima vera innovazione del settore degli ultimi cento anni, affermazione che ha sollevato non poche polemiche. Sempre dalla parte dei sostenitori del gelato fatto con latte materno c’è la signora Victoria Hiley – la fornitrice del latte usato per la produzione – che sostiene di non vederci nulla di male e che per lei, vendere il proprio latte, è un modo come un altro per arrotondare lo stipendio. E’ stato reso noto che la signora Hiley riceve un compenso di £ 15 (circa 18,00 euro) ogni 10 once di latte – corrispondenti a circa 0,30 litri – e che il gelato venga poi venduto a £ 14 la porzione.
Lo stravagante gelato è stato però già sequestrato per sottoporlo a test di laboratorio dopo che più persone si sono indignate sostenendo che, essendo composto da fluidi organici, il gelato potrebbe essere fonte di malattie trasmissibili.
Effettivamente dai primi test condotti dalla Food Standards Agency non sorgono buone notizie. I risultati degli esami evidenziano infatti che il latte materno potrebbe essere un veicolo naturale per virus pericolosi come quello dell’epatite.
Matt O’Connor prova a replicare sottolineando che tutte le eventuali donatrici, se così possono definirsi, verrebbero sottoposte ad esami e controlli medici severissimi. Ad oggi le autorità britanniche hanno comunque sospeso la commercializzazione del Baby Gaga che, fortunatamente, pare non riuscirà a sbarcare sul mercato internazionale. Almeno per ora.