Un passo falso, anzi un vero e proprio intervento a gamba tesa da parte di Emma Marcegaglia, ha infiammato oggi il dibattito, ormai vicino allo scontro, sulla riforma del mercato del lavoro: “Vorremmo un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e quelli che non fanno il loro lavoro”. Un assalto portato dalla tribuna del convegno di Federmeccanica, a cui si è aggiunta la solita solfa sull’articolo 18 che “deve rimanere per atti discriminatori ma si deve poter licenziare quelli che non fanno il loro lavoro”. Insomma una Confindustria che gioca ora a carte scoperte, manifestando la volontà di andare verso la jungla dei licenziamenti liberi, un atteggiamento che fino ad oggi si era in qualche modo fatto scudo della richiesta, ragionevole, di una maggiore flessibilità in uscita per le aziende in difficoltà economiche.
Una decisa caduta di stile che è stata colta al volo dal leader di Idv, Antonio Di Pietro, che in una durissima replica ha ricordato alla Marcegaglia gli scandali intrisi di corruzione, da “Mani Pulite” ad oggi, che hanno per protagonisti degli imprenditori, e non certo dei semplici lavoratori.
Ovviamente i diretti interessati non hanno incassato in silenzio l’affondo, a cominciare da Susanna Camusso, che da Modena ha seccamente risposto alle parole, definite “offensive”, della sua controparte datoriale. “Noi non difendiamo i privilegi di qualcuno contro altri, ma quando sei un lavoratore hai dei diritti e dei doveri, se hai solo dei doveri non sei una persona libera. Sembrano banalità ma non lo sono, quando in una grande impresa non si viene più assunti se hai in tasca la tessera della Fiom” ha affermato quindi la leader della Cgil, con un chiaro riferimento alle ultime vicende della Fiat. Ma non sono mancate critiche anche dalla Cisl, che per bocca di Raffaele Bonanni chiede di precisare di quale sindacato si stia parlando: “La mia organizzazione si è sempre presa le proprie responsabilità di fronte alle scompostezze degli imprenditori e pure di alcune realtà sindacali”, una replica piccata a cui segue quella di Luigi Angeletti: “La Uil non protegge assenteisti cronici nè ladri. Gli imprenditori possono dire altrettanto?”.
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Ma a cosa si deve tanta veemenza e toni retrogradi, da parte di una Emma Marcegaglia che nei mesi scorsi era sembrata molto ragionevole e collaborativa con i sindacati, specie durante l’ultimo periodo del governo Berlusconi? Il quotidiano l’Unità prova ad offrire un’altra chiave di lettura, rivelando lo scontro di potere tutto interno a Confindustria, una corsa alla presidenza che coinvolge il “falco” Alberto Bombassei e la “colomba” Giorgio Squinzi, e che ha visto esprimersi Sergio Marchionne in favore (ovviamente) del primo, addirittura paventando un rientro di Fiat a Viale dell’Astronomia.
In ogni caso, c’è solo da sperare che gli interessi contrapposti delle parti sociali non paralizzino la necessaria spinta riformista del governo Monti, che non può fare a meno del loro contributo costruttivo.