L’addio forzato di Jarno Trulli alla Formula 1 ha suscitato opinioni contrastanti in merito alla situazione italiana riguardante il sostegno che sta dando il sistema ai giovani piloti nostrani. In primis, è stato proprio il pilota italiano che ha citato in causa il problema. Trulli anche se probabilmente avrebbe avuto la grinta per affrontare ancora qualche stagione, non è certo un giovanotto.
Anche se si fosse ritirato tra un paio di anni, la situazione non sarebbe stata diversa visto che una nuova generazione di piloti italiani manca da troppo tempo. Stefano Domenicali ha di recente dichiarato di essere dispiaciuto del fatto che in Formula 1 non ci siano più piloti italiani.
Il team principal della scuderia di Maranello ha fatto gli auguri a Jarno Trulli per il suo futuro e sulla questione dei piloti italiani ha dichiarato che da ormai qualche anno la Ferrari Driver Academy lavora per creare una nuova generazione di piloti.
Non facciamo fatica a credere che la FDA stia sponsorizzando diversi giovani piloti, ma purtroppo non sono italiani. Non si tratta di fare una questione di nazionalità, ma è chiaro che se i piloti nostrani non sono supportati da una scuderia italiana, ci sono forse speranze che essi siano sostenuti dalla McLaren o dalla Mercedes? La Toro Rosso, altra scuderia nostrana, è purtroppo controllata dalla Red Bull.
A tutto questo bisogna aggiungere il problema dei piloti paganti in Formula 1. Nell’attuale periodo di crisi economica quali società sono pronte a investire diversi milioni di euro per far gareggiare un giovane pilota nella massima competizione automobilistica?