Il premier Mario Monti ha preso una decisione sofferta ma ponderata, con il suo “no” a nome del governo sulla candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2020. Le reazioni delle forze politiche sono state immediate e diverse, anche se è stato piuttosto chiaro il plauso di Pd, Terzo Polo e Lega, così come il malcontento del Pdl. Le motivazioni del presidente del Consiglio sono state relative alla delicatissima situazione economica dell’Italia, spiegando in una nota come il governo del Paese ospitante debba intanto colmare eventuali deficit nei bilanci del Comitato organizzatore: “Come potete immaginare il governo ha riflettuto molto profondamente su questo aspetto, ho tenuto ad avere un dibattito molto attento in Cdm, e dopo la discussione sofferta siamo arrivati alla conclusione unanime che non sarebbe responsabile prendere un simile impegno” è stato dunque il primo commento del premier, pur sottolineando la bontà del progetto presentato dai promotori.
Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, è rimasto particolarmente amareggiato, parlando di un voto ingiusto a fronte di un progetto “perfetto” che a suo dire ricalca esattamente quanto richiesto dal governo: “L’ho detto a Monti serenamente e con grande convinzione, abbiamo compiuto il nostro dovere. Nessun piagnisteo, non mi sento umiliato. Dentro di me, però, resterà una grande ferita“.
Ma un grande sportivo del passato, poco prima della decisione, aveva esternato un parere contrario: Pietro Mennea, campione alle olimpiadi del 1980 e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996, aveva dichiarato di non essere, ovviamente, contro la manifestazione, ma che il rischio per l’Italia avrebbe potuto essere molto alto. “L’Italia, gli italiani non possono permettersi una spesa simile… di questi tempi solo i Paesi Arabi potrebbero concedersi il lusso di organizzare una Olimpiade, grondano di danaro” aveva chiosato. Intanto, sul fronte politico, tra il sarcasmo del Carroccio ed il “bastian contrario” ormai interpretato da Antonio Di Pietro, è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a difendere quella che definisce una decisione “meditata” che va rispettata, e che va interpretata come “un segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi”. Reazione diametralmente opposta arriva invece dal capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, che parla addirittura di un “grave errore”, e tra le righe fa capire che se avessimo avuto ancora oggi un governo a guida Berlusconi, la decisione sarebbe stata diversa: “A seconda di come sono impostate e gestite le Olimpiadi possono essere un fattore di sviluppo o invece di dissipazione di risorse. A nostro avviso esistevano tutte le condizioni perché si verificasse la prima di queste due ipotesi”.
Ma i migliaia di commenti apparsi sulla rete sembrano decisamente premiare la scelta del governo, una mossa definita “impopolare ma assennata” dalla maggior parte dei commentatori su Twitter e Facebook, anche se ovviamente non manca qualche perplessità. Molta l’ironia diretta al titolare del Campidoglio, Gianni Alemanno, ricordando l’emergenza neve che nei giorni scorsi ha messo in ginocchio la Capitale, e consigliando al sindaco di “ringraziare il cielo” che le Olimpiadi siano sfumate, mentre altri ricordano il disastro della Grecia, una parabola discendente iniziata proprio dopo le ultime Olimpiadi del 2004, che da sole lasciarono un buco da 15 miliardi di euro, mai colmato.