Nel quarto trimestre dello scorso anno in Italia il prodotto interno lordo nazionale è sceso sia su base congiunturale, sia a livello tendenziale. A darne notizia è stato l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) che ha fornito i dati preliminari del Pil Q4 2011, caratterizzato da una discesa dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre del 2010. Nel complesso il Pil Q4 2011 rispetto al trimestre precedente è sceso per effetto dell’apporto negativo dell’industria, di una sostanziale stabilità per il comparto dei servizi, e di un valore aggiunto positivo che invece è stato fornito dall’agricoltura.
Questo risultato negativo per il Pil italiano nel quarto trimestre del 2011, peraltro atteso, è frutto di tutta una serie di fattori legati alla crisi. Stiamo in particolare parlando della contrazione dei consumi e degli investimenti delle imprese accompagnate dalle difficoltà nell’accesso al credito e dal calo del potere d’acquisto delle famiglie a causa delle manovre finanziarie e dei rincari su tanti, troppi beni e servizi.
Anche per questo la Federconsumatori ha accolto con un plauso le dichiarazioni del Premier Monti in merito alla possibilità che il programmato aumento dell’Imposta sul valore aggiunto (Iva) di due punti, dal mese di settembre del 2012, possa non essere messo in atto. Secondo la Federconsumatori un altro aumento dell’Iva rischia di affossare i consumi quando invece, per reperire risorse, servirebbe agire su altri fronti con più incisività a partire dalla lotta all’evasione fiscale, e passando per i tagli ai costi della politica ed una maggiore tassazione applicata sui grandi patrimoni e sulle rendite finanziarie.