Sul Dl “svuotacarceri” il governo costretto alla fiducia contro l’ostruzionismo leghista, protesta anche Idv

Ci sarà il voto di fiducia alla Camera sulla conversione del decreto legge soprannominato “svuotacarceri”, così come annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Immediata e scomposta la reazione in Aula della Lega, che sperava di bloccarne l’iter con meccanismi ostruzionistici, tanto che il presidente di turno di Montecitorio, Rocco Buttiglione, è stato costretto ad interrompere i lavori. Proteste anche da parte di Idv, che ha deplorato il ricorso alla fiducia, arrivando a paragonare il comportamento dell’esecutivo Monti a quello del suo predecessore, per bocca di Fabio Evangelisti: “Sono state chieste troppe fiducie, siete sulla stessa media del governo Berlusconi con la differenza che questo esecutivo non è politico e quindi deve essere quanto mai attento alle esigenze del Parlamento e dei deputati”.

Il Carroccio dal canto suo avvia la solita polemica pretestuosa, e tramite il vicepresidente Maurizio Fugatti parla ancora una volta di azione “vergognosa”: “Con una maggioranza di oltre cinquecento deputati l’esecutivo non è in grado di far funzionare il Parlamento ed è costretto a mettere la fiducia per non scoprire le problematiche interne”.

Ma il ministro della Giustizia, Paola Severino, taglia corto su questa baruffa, chiarendo che erano stati depositati circa 600 emendamenti dalla sola Lega, cosa che avrebbe impedito tecnicamente di rispettare il termine per la conversione del decreto: “Il voto di fiducia era una necessità, credo che vi fossero tutti i requisiti perché questo decreto legge per alleggerire la tensione nelle carceri arrivasse a maturazione. Lo strumento era corretto e i tempi per il suo utilizzo li detta la legge”. Il ministro ha anche chiarito alla stampa che non vi è nessun allarme per i cittadini connesso alla norma, nessuna messa in libertà indiscriminata di pericolosi delinquenti, in particolar modo perchè la scelta finale rimarrà ai singoli magistrati, che se lo riterranno opportuno potranno disporre comunque la custodia in carcere. Appoggio pieno alla decisione del governo, arriva invece da Futuro e Libertà: “Sono certo che le polemiche, peraltro improduttive, innescate al riguardo, si spegneranno una volta compreso che trattasi di un provvedimento indispensabile” ha affermato il finiano Giuseppe Consolo.

Cosa prevede quindi, nello specifico, il provvedimento?
Il Decreto Legge 22 dicembre 2011, n. 211, oltre a nuovi stanziamenti in favore delle strutture penitenziarie, innalza da dodici a diciotto mesi del limite di pena che può essere scontata agli arresti domiciliari, fatti salvi casi particolari, reati gravi o i soggetti recidivi, per i quali la norma non si applica. Tempi più celeri, poi, per il giudizio direttissimo relativo agli arresti in flagranza, da tenersi entro 48 ore dal fermo, e novità anche per coloro che vengono arrestati a seguito di reati lievi, che non dovranno più essere tradotti subito in carcere, in attesa del giudizio, ma custoditi dalle forze di polizia salvo che ciò non sia possibile per problemi logistici o di altra natura.

La conferenza dei capigruppo ha stabilito che il voto sulla fiducia ci sarà domani alle 12, mentre quello finale sul provvedimento martedì 14.

Gestione cookie