Continua l’attesa sui mercati finanziari europei a causa dell’incertezza sul destino della Grecia. Il rischio di default si fa davvero molto vicino, visto che l’accordo con la Troika – Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europeanon – non è stato ancora firmato.
Oggi ci sarà un’altra riunione degli esponendi del Governo greco – il Premier Lucas Papademos, George Papandreou del partito socialista, Georges Karatzaferis dell’estrema destra, Antonis Samaras della Nuova Democrazia centrodestra – per cercare di accordarsi sulle misure richieste dall’Europa come garanzia all’elargizione dei 145 miliardi di euro (aumentati ancora di 15 miliardi) per far fronte alle richieste dei creditori entro il 20 marzo di quest’anno, con quasi 15 miliardi di euro in titoli di Stato.
Per far quadrare i conti e mettere tutti d’accordo, la Grecia ha soltanto una settimana di tempo e alcuni Paesi dell’Unione Europea già sono quasi certi dell’uscita di scena della Grecia (come l’Olanda), mentre altri cercano di spingere il Governo a prendere le misure necessarie a salvare lo Stato dal fallimento. Tra le misure richieste c’è il licenziamento di 15mila dipendenti pubblici e il taglio della tredicesima e del salario minimo per i dipendenti privati. Proprio per questo motivo, durante la giornata odierna, è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore.
Ciò che ha fatto più discutere a livello umano, è la costruzione di un muro in filo spinato alto 2 metri e mezzo contro la migrazione, al confine con la Turchia. In questo modo – secondo il Governo greco e turco – si eviteranno i disagi dovuti alla migrazione clandestina, ma non è stato valutato che potrebbero invece esserci molte più vittime.
L’euro intanto – pur avendo recuperato in mattinata il gap di ieri – resta in una fase di congestione, in attesa di notizie che potrebbero riportarlo ai minimi registrati quest’anno e superarli.