Fabio Borini, da oggetto misterioso a MVP

E’ arrivato l’ultimo giorno del mercato estivo tra le perplessità di tutti. Fabio Borini era un autentico oggetto misterioso, del valore di circa otto milioni di euro richiesti per il suo riscatto. Una cifra davvero importante per un classe ’91 arrivato a parametro zero al Parma dopo che il Chelsea aveva deciso di non rinnovargli il contratto, e un paragone scomodo che si porta sin dalla primavera del Bologna, quello con Filippo Inzaghi.

Eppure già al suo esordio in maglia giallorossa, l’11 settembre contro la sfortunata  partita con il Cagliari persa per uno a due, Borini ha dimostrato di avere grandi doti. Subentrato nel secondo tempo a Osvaldo, ha rischiato di fare lo stesso esordio con gol di Lamela, visto che la palla, l’ex Parma, l’aveva buttata dentro, ma poi è stata annullata per fuorigioco di Heinze.

Ha dovuto aspettare poco più di un mese per il primo gol ufficiale con la maglia giallorossa, nella partita contro il Genoa del 26 ottobre, e subito dopo la sfortuna di un brutto infortunio che l’ha tenuto fuori quasi due mesi. Ma da quando è rientrato, Luis Enrique, complice anche lo stop di Osvaldo, non l’ha più tenuto fuori, a discapito di Bojan Krkic, che si è accomodato in panchina.

E Fabio ha saputo meritarsi la fiducia di Luis Enrique con numeri importanti: 6 gol in 13 partite, tra cui una doppietta all’Inter. Una media di poco meno di una marcatura ogni due presenze, di cui molte dalla panchina, e soprattutto un moto continuo in campo, dove fa sentire la sua presenza in ogni zona del rettangolo di gioco, proponendosi, portando un pressing costante nella metà campo avversaria, e andando anche a risolvere, con una tecnica importante, situazioni difficili per i compagni di squadra. I paragoni con Inzaghi, insomma, non sono poi così scomodi.

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