E’ stato dimostrato che quando un destrimano è costretto ad utilizzare la sua mano sinistra e quindi a fare il mancino, entro poche settimane di allenamento, si nota la capacità in crescita del soggetto, di utilizzare anche la mano sinistra per le azioni quotidiane che non credevamo di poter eseguire. In verità non si tratta della mano che impara ad agire in un determinato modo, è il cervello che riceve gli impulsi necessari affinché la mano sinistra possa comportarsi come una normale mancina.
Uno studio condotto da un gruppo di studiosi dell’Università di Zurigo guidato dal professor Nicki Langer, insieme ai suoi collaboratori del Dipartimento di psicologia e neuropsicologia della struttura, hanno potuto dimostrare tramite le risonanze magnetiche che utilizzare la mano sinistra per un destrimano, sveglia e acutizza l’uso di quella parte di cervello che prima sembrava non essere attiva; ossia quella parte dormiente che improvvisamente a causa dei nuovi impulsi, si mette in attività. Gli studiosi hanno addirittura parlato di alcuni cambiamenti importanti che sono stati rilevati nello spessore della corteccia celebrale.
Questa sperimentazione dimostra e afferma che i mancini possono essere destrimani e viceversa. L’esito di questa ricerca è stato pubblicata anche sulla rinomata rivista Neurology. Essere mancini in passato, molti secoli fa, era ritenuta una caratteristica negativa, che additasse ai soggetti che utilizzavano la mano e il lato sinistro con facilità rispetto ai destrimani, essere con problemi celebrali, anche non evoluti mentalmente. Fino agli anni sessanta i bambini mancini venivano sottoposti a continue forzature e costrizioni quotidiane, affinché questi abbandonassero l’uso della mano sinistra e utilizzare invece quella destra. Oggi, per fortuna questo tabù è stato abbandonato e si è conoscenza di una certa eredità genetica che porta all’essere mancini, escludendo al contempo tutte le condizioni ambientali. E’ vero anche che in queste affermazioni esistono delle condizioni che sfuggono alla scienza medica.
E’ stato dimostrato che l’attribuzione genetica è molto frequente, ma che cosa porti a questa caratteristica, è ancora in fase di studio afferma il Dott. Giorgio Vallortigara, come si legge sul Corriere.it. Di fatti i dati rilevano che avere entrambi genitori mancini aumenta la percentuale di avere figli mancini, così come invece diminuisce se invece ad essere mancino uno solo dei due.
Quando si parla di mancinismo, alcune ricerche fanno riferimento anche ad alcune patologie psichiche e mentali che porterebbero alcuni soggetti malati a sviluppare in modo preminente l’uso del cervello nella sua parte destra (la parte opposta del cervello) e quindi ad essere mancini. Si fa riferimento a quelle persone affette da autismo, schizofrenia, ritardo mentale e simili; si è ipotizzato che possano essere delle infezioni che creino questo genere di evoluzioni nelle condizioni avverse di queste persone malate.
Oggi però si riferisce ai mancini come a persone con particolari doti, soprattutto in ambito matematico; ma anche nel campo della musica e dello sport. Infatti, essere mancini non significa usare bene solo la mano sinistra ma un po’ tutto il lato; facile pensare ad alcuni calciatori che colpiscono la palla con il piede sinistro in modo più preciso e favorevole rispetto invece all’altro piede. Nello sport inoltre si è spesso parlato di grandi e famosi pugili con particolare doti agonistiche nell’uso della mano sinistra, in gergo parlando nella boxe: tirare ottimi ganci sinistri.
Il riferimento alla musica è avvallato probabilmente dall’uso di entrambe le mani, sia destra e sinistra, che agevolerebbero l’uso degli strumenti musicali. Caratteristiche che uniscono un intero lato del corpo, in cui anche preferire l’occhio sinistro per inquadrature fotografiche e o guardare attraverso un cannocchiale sono sintomi e indici di mancinismo.