Si chiama Massimo Marchiori, ha 41 anni ed è un docente universitario di Padova. Per molti non sarà una faccia nota, eppure è proprio a lui che si deve lo studio dell’algoritmo “Hypersearch” che nel 1997 fu adottato dall’indiscusso leader delle ricerche mondiali su internet, ossia Google. Domani, Lunedì 6 Febbraio 2012, potrebbe essere ricordata come una giornata storica, la giornata di presentazione di “Volunia”, il motore di ricerca di prossima generazione che dovrebbe lasciare indietro tutti gli altri, Google compreso.
L’evento sarà una diretta streaming mondiale dall’Università di Padova, e quindi una volta tanto gli occhi dell’industria informatica saranno tutti puntati sull’Italia. Nonostante manchino poche ore, si conoscono ancora pochi dettagli sull’invenzione che promette, secondo le parole del creatore, di “inventare Google per la seconda volta”.
I bene informati parlano in realtà di una sorta di “incrocio tra un search engine ed un social network”, ma è difficile sapere qualcosa di più preciso: “Mi hanno riferito che in Google c’è molta attesa, quello che li rende nervosi è la totale segretezza che siamo riusciti a mantenere sul progetto” rivela Marchiori un pò divertito, sotto l’insistenza della stampa. La possibilità di essere un “beta tester” (una sorta di collaudatore) è aperta a tutti, andando sul sito del progetto e facendo una semplice registrazione preventiva fornendo il proprio indirizzo di posta elettronica. Lo staff di Volunia provvederà a sorteggiare una parte dei visitatori registrati per conferirgli lo stato di “power user” e dandogli la possibilità di utilizzare in anteprima il nuovo servizio, ed invitare altri amici a provare il nuovo motore, similmente a quanto accaduto con Google+ qualche mese fa.
Volunia partirà disponibile in 12 lingue, anche perchè in realtà il suo sviluppo è iniziato ben quattro anni fa, nel 2007, frutto di una collaborazione tra Massimo Marchiori e Mariano Pireddu, imprenditore sardo, esperto di telecomunicazioni ed Internet, nonchè attuale finanziatore del progetto.
“Fino ad oggi l’investimento è stato di 2 milioni di euro, il team di ricerca e manutenzione dell’infrastruttura è interamente italiano, così come lo sono i nostri partner tecnologici” spiega Pireddu, e dal canto suo Marchiori si sta avvalendo a Padova degli studenti universitari più promettenti per contribuire allo sviluppo dell’applicazione, mentre i server di appoggio sono di una società (ovviamente italiana) ospitata da Tiscali, in Sardegna.