Grandi passi avanti verso la chiusura di Green Hill

La lotta contro Green Hill sembrerebbe essere arrivata ad una svolta molto importante. Il movimento contro la chiusura della struttura era cominciato qualche anno fa e da allora non si è più fermato.

Green Hill è un allevamento di cani beagle destinati alla vivisezione. Quello presente a Montichiari, in provincia di Brescia, è uno dei più grandi d’ Europa e ogni mese centinaia di cani sono destinati ai vari laboratori che li utilizzano per la vivisezione. I cuccioli vengono precocemente strappati via dalle loro mamme che vengono usate come “macchine da riproduzione”, scartate quando non sono più capaci di avere cuccioli. Una vita vissuta dietro le sbarre, in celle piccole e prive di ogni tipo di confort, senza considerare le atroci sofferenze a cui vengono sottoposti.

Ma tutto questo potrebbe finire molto presto, magari con la chiusura dell’intera struttura. Mercoledi sera la Camera ha approvato l’articolo 16 della legge comunitaria che fissa i principi e i criteri per la protezione degli animali usati ai fini scientifici. Dopo il passaggio obbligato al Senato, si potrebbe arrivare ben presto alla chiusura di Green Hill, o quantomeno alla riconversione dell’ intera struttura.

Il movimento “Fermare Green Hill” aveva ottenuto già dei piccoli risultati in questi anni. Le manifestazioni in piazza hanno coinvolto sempre un gran numero di persone, oltre ai rappresentanti della LEAL (Lega Antivivisezionista), della OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e della LIDA (Lega Italiana dei Diritti dell’ Animale). Nel settembre del 2010 avevano permesso di bloccare il progetto di ampliamento della struttura, che avrebbe portato ad un maggior numero di cani ospitati. Un piccolo passo avanti che ha rappresentato solo l’inizio della battaglia contro le aziende che utilizzano questi animali per la vivisezione.

Nel mese di marzo la Lega Nord aveva anche presentato una mozione contro il canile lager di Green Hill e contro la sperimentazione animale in generale. La struttura, oltre ad essere eticamente inaccettabile, era anche fuori norma. Per legge gli animali detenuti possono essere al massimo 200, mentre la struttura ne ospitava circa 2500. Nella mozione veniva richiesto un maggiore controllo di tutte le strutture che detenevano animali presenti sul territorio.

La protesta degli animalisti non si è limitata solo alle aziende e ai canili, ma anche alla compagnie aeree che trasportavano gli animali destinati alla sperimentazione. Gli attivisti chiedevano a quanti volessero partecipare alla loro causa di boicottare tali compagnie, per preferirne altre che si erano chiaramente schierate contro questo tipo di pratica.

Lo scorso 12 gennaio i manifestanti sono arrivati al Parlamento, dopo giorni di sciopero della fame davanti ai cancelli di Green Hill. Con loro sempre in prima linea anche l’ex ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, che si è dichiarata soddisfatta dopo gli ultimi sviluppi alla Camera.

La chiusura definitiva di Green Hill sembra essere molto vicina.

 

 

 

Gestione cookie