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Addio a Ben Gazzara

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Selene Virdò

Deceduto ad 81 anni a causa di un tumore al pancreas, presso l’ospedale “Bellevue” di New York, e premio Emmy nel 2003, l’attore Ben Gazzara sarà ricordato soprattutto per essere stato il “Camorrista” del regista Giuseppe Tornatore.

Originario della Sicilia e all’anagrafe Biagio Anthony Gazzara, da giovanissimo riuscì ad entrare in una compagnia teatrale, per poi frequentare con profitto la prestigiosa scuola di recitazione denominata “Actor’s Studio“. Il primo spettacolo di un certo rilievo che lo vide protagonista, fu “La gatta sul tetto che scotta“, diretto dal noto cineasta Elia Kazan, colui che rese indimenticabile agli spettatori, un altro straordinario pupillo di Lee Strasberg. Il suo nome era James Byron Dean, in arte “James Dean“.

Al contrario di Dean però, Ben Gazzara ebbe una lunga e fortunata carriera, che lo portò ad interpretare i personaggi più diversi, anche grazie alla sua poliedrica fisionomia. Infatti, tra gli anni ’50 e gli anni ’60, i film che iniziarono a farlo conoscere al grande pubblico furono “Anatomia di un omicidio” (1959) di Otto Preminger, avvincente dramma giudiziario che racconta la storia di un avvocato di provincia, chiamato a difendere un ufficiale dell’esercito, accusato di aver ucciso un barista che gli aveva violentato la moglie, “Risate di gioia” (1960) di Mario Monicelli, e “Il ponte di Remagen” (1969), film bellico.

Negli anni ’70 invece, grazie al sodalizio professionale con il regista John Cassavetes, Ben Gazzara recitò nelle pellicole cinematografiche “L’assassinio di un allibratore cinese” (1976), la cui vicenda ruota intorno al direttore di un night-club, che per poter restituire una grossa somma di denaro a una banda di delinquenti, è costretto a commettere un omicidio nel quartiere di Chinatown, e “La sera della prima” (1978), opera incentrata su un’attrice quarantenne, la bravissima Gena Rowlands, che si rifiuta di invecchiare e di dover interpretare personaggi maturi.

Negli anni ’80, come già menzionato, è stata la volta del suo ruolo più famoso, quello del boss mafioso ispirato a Raffaele Cutolo detto ‘O Professore ‘e Vesuviano, incarnato nel film “Il Camorrista” (1986), che segnò l’esordio alla regia di Giuseppe Tornatore, e di quello di Don Bosco (1988), nell’omonimo film di Leandro Castellani.

Negli ultimi vent’anni infine, Gazzara è stato scelto per far parte del cast di pellicole come “Il grande Lebowski” (1998) dei Fratelli Coen, “The Summer of Sam” (1999) di Spike Lee, “Buffalo ’66” (1998) di Vincent Gallo, che racconta la storia di un ex carcerato, desideroso di vendicarsi del responsabile di tutte le sue disgrazie, compresa quella di essersi fatto cinque anni di prigione da innocente, e “Dogville” (2003) del regista danese Lars Von Trier, la cui trama è imperniata su una bella donna, che riuscita a scappare dalle grinfie di due killer, giunge nella sperduta cittadina di Dogville…

 

 

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Selene Virdò