Scende spread BTp-Bund, ma restano timori su Grecia e Portogallo

Nella seduta odierna sembrano tornare gli acquisti dei nostri titoli di stato, dopo l’aumento del differenziale di rendimento registrato ieri sul mercato secondario, rispetto ai Bund tedeschi e nonostante il buon esito dell’asta da 7,5 miliardi in BTp a varie scadenze.

Questa mattina, lo spread si è ristretto, passando dai 430 punti base della chiusura di ieri a 417 punti, un dato che incoraggia, anche se continua ad essere pessimo, significando che sulla scadenza decennale dobbiamo offrire un rendimento del 4,17% in più dei tedeschi.

Tuttavia, il dato positivo, almeno a livello psicologico, è che oscilliamo intorno al 6% di rendimento per i BTp a dieci anni, mentre fino a qualche settimana fa eravamo intorno al 7%.

Molto probabilmente, se non ci fossero i due dossier ancora aperti per gli investitori, ossia Grecia e Portogallo, oggi il differenziale sarebbe nettamente più basso. Ieri, il vertice di Bruxelles ha esitato il cosiddetto “fiscal compact”, ossia un’intesa a 25 (non partecipano Gran Bretagna e Repubblica Ceca), per cercare di trovare una maggiore unione in tema fiscale.

Gli investitori non si attendevano granché molto da questo incontro e, pertanto, sono rimasti non del tutto delusi dall’esito. Tuttavia, resta il fatto che si guarda alla scadenza del prossimo 20 marzo, quando Atene dovrà rimborsare un bond da 14,4 miliardi e l’operazione viene vista a rischio, se entro quella data non saranno affluiti i nuovi aiuti europei.

La tensione sta contagiando in queste ultime sedute anche il Portogallo, con nuove impennate di rendimenti sulle scadenze a 2 anni e nuovi record sui 10 anni. Si teme, infatti, che anche Lisbona possa ristrutturare il suo debito, tagliando i bond del 40% circa del loro valore nominale.

 

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