La dichiarazione di Alfano, che la scorsa settimana ha esplicitato chiaro e tondo il suo sostegno al governo Monti senza se e senza ma, è stata una bomba sul Popolo della Libertà, che certamente non è unito sull’intento di mantenere la fiducia all’esecutivo tecnico per un altro anno. Ecco, quindi, che si riaffaccia lo scontro interno tra coloro che vorrebbero andare a nuove elezioni subito e quanti, al contrario, sostengono che si debba temporeggiare in vista di un miglioramento della situazione politica. Viste con obiettività, entrambe le posizioni hanno ragioni da vendere, ma quel che si rileva in questa discussione è l’incapacità che il segretario Angelino Alfano sta dimostrando di avere nella mediazione tra le parti.
In termini spiccioli, è l’ala ex An a volere andare al voto subito, ma a loro si aggiunge una pattuglia di parlamentari che vengono dall’ex Forza Italia. Parliamo certamente di personalità di spicco, come i socialisti Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, mentre molto critici verso Monti sono anche i liberali intorno all’ex ministro della Difesa, Antonio Martino, che già non ha votato la manovra di dicembre.
Si calcola che siano almeno una cinquantina i parlamentari pronti a ribadire la linea del no a Monti e che minacciano la scissione nel caso in cui la propria posizione non fosse ascoltata. Questo PDL già semi-sfarinato non potrebbe permettersi l’ennesimo strappo interno, anche perché vacillerebbe grossolanamente la leadership di Alfano, che finora non è riuscito nell’ambiguità di stare con Monti in Aula e parlare contro il governo nei comizi di partito.
Ancora una volta dovrà essere il presidente Silvio Berlusconi a dovere sciogliere tutti i nodi. Ad oggi, la sua è una posizione attendista e non potrebbe essere altrimenti. Non è stato certamente lui a volersi infilare in questa disastrosa avventura politico-istituzionale che sta facendo precipitare il PDL nei sondaggi e in popolarità.
Inoltre, le divisioni interne ricalcano anche le posizioni di chi vorrebbe confermare l’alleanza con la Lega e quanti (gli attendisti) vorrebbero allearsi prossimamente con il Terzo Polo e mollare il Carroccio.
Sabato, alla manifestazione indetta dal partito a Roma contro la magistratura politicizzata potrebbe sfilare in piazza un partito ultra-diviso ed eventuali contestazioni e/o l’insuccesso della protesta potrebbe essere l’inizio di un “de profundis” verso questa sgangherata formazione.