Dopo i tassisti e i farmacisti anche i medici pediatrici si ribellano contro le nuove azioni del Governo Monti in ambito sanitario, per opera del Ministro Renato Balduzzi, il quale vorrebbe porre delle modifiche in ambito di assistenza territoriale dei malati, assegnando i bambini dai 7 anni di età ai medici di famiglia. Il mondo dei pediatri non ci sta, e lancia il suo grido di allarme. I bambini hanno delle esigenze differenti da quelle degli adulti, affermano.
Sarebbe dannoso per la loro salute trasportare i bambini in così tenera età ai medici generici di famiglia, che potrebbero non interpretare al meglio le esigenze e i problemi dei membri più piccoli della famiglia. Ad oggi l’età prevista di assistenza è quella dei 14 anni ed in modo facoltativo può essere trasportata fino ai 16 anni di età.
Rappresenterebbe una bella differenza di età, se il mondo degli adolescenti si avvicina in parte a quello adulto, la realtà dei bambini a 7 anni è ancora del tutto lontana e diversa. Questa decisione nasce dalla mancanza in alcuni territori dei medici pediatri, gli stessi responsabili di categoria avevano più volte lamentato questa emergenza, chiedendo però che fossero sviluppate e previste maggiori borse di studio e incentivi a favore degli specializzandi universitari nel settore pediatrico, in modo da offrire una vasta ampia possibilità di supporto sanitario pediatrico. Questo in parte conferma che non si tratterebbe di una mossa spinta da motivi sanitari, ma solo logistici, un grave errore che potrebbe ricadere gravemente sulla salute dei bambini di un’età maggiore di 7 anni.
Lo stesso presidente della Fmip Giuseppe Mele, – la Federazione dei Pediatri – definisce questa soluzione: un attacco alla famiglia e alla professione medico-pediatrico”.