Il fuoco evidentemente covava sotto la cenere in Rai, dopo l’allontanamento di Augusto Minzolini dalla direzione del Tg1. Il direttore generale Lorenza Lei ha preso le sue decisioni ed ha inviato ai membri del Cda le nomine che presenterà martedì prossimo: proroga della direzione di Alberto Maccari al telegiornale di Rai1, fino al 31 dicembre, e promozione di Alessandro Casarin alla direzione della Testata Giornalistica Regionale. Una soluzione che scontenta i partiti del centrosinistra, che considerano i due nomi vicini all’asse Pdl/Lega, e sulla quale il presidente Paolo Garimberti ha già annunciato un commento solo dopo la riunione del Consiglio di amministrazione. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invoca l’intervento dell’esecutivo, parlando di una necessità di riforma della governance Rai, un punto sul quale in verità era già intervenuto qualche tempo fa il premier Monti, intervistato da Fabio Fazio, con un accenno che aveva provocato una immediata levata di scudi da parte del Pdl, molto sensibile all’argomento.
Anche Carlo Rognoni, responsabile del Forum Pd per la Riforma del sistema radiotelevisivo, attende novità: “Ci aspettiamo che di fronte ad una crisi di governo dell’azienda Rai così drammatica, l’azionista Tesoro si assuma le sue responsabilità“.
Interessante la posizione di Idv, che annuncia addirittura una class action contro l’azienda di Viale Mazzini se le nomine venissero confermate grazie al voto del consigliere Pdl Antonio Verro, divenuto da poco anche deputato, e che non si è dimesso dal suo posto nel Cda, una situazione che probabilmente non ha precedenti, una sorta di nuova frontiera della lottizzazione partitocratica. Vincenzo Vita del Pd e Beppe Giulietti, in veste di portavoce dell’associazione Articolo21, in una nota scritta a 4 mani chiedono di intervenire già nel decreto liberalizzazioni: “Dal Governo ci attendiamo quanto meno l’immediato inserimento di una norma straordinaria relativa alla Rai che spezzi radicalmente ogni interferenza indebita ed ogni cordone ombelicale, di qualsiasi natura”. La reazione più pesante arriva comunque dal consigliere Nino Rizzo Nervo, che arriva a chiedere ai suoi colleghi del Cda di “rimandare al mittente le proposte” e chiedere al direttore generale di dimettersi: “Oggi si chiede persino di violare le regole che questo stesso Cda si era dato due anni fa: il divieto di affidare posizioni di line ai dipendenti andati in pensione (si riferisce a Maccari NDR) Purtroppo non e’ la prima volta che il direttore generale compie atti gestionali calpestando le normative aziendali”.
Se tutti questi attacchi in fondo sembrano un pò esagerati, visto anche il fatto che durante il governo Berlusconi si è visto di molto, molto peggio, dal Pdl arriva comunque qualche replica molto accesa anche se di poca sostanza: “Non ci faremo certamente intimidire dai tanti compagni che conoscono benissimo le regole della lottizzazione ed oggi vorrebbero imputarle in capo agli altri” ha dichiarato il senatore Pdl Vincenzo Fasano, mentre capogruppo Maurizio Gasparri con un commento un pò curioso, ha accusato il democratico Bersani di “istigare all’illegalità”.