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Bossi insulta Berlusconi. PDL studia azioni anti-Lega

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Giuseppe Timpone

Berlusconi è una “mezza calzetta” perché mentre tutto il popolo vuole mandare a casa Monti, lui ha paura di sfiduciarlo. Parole molto dure e offensive quelle che ieri sono arrivate dall'”alleato” Umberto Bossi alla direzione dell’ex premier. Un tentativo di pressione mediatica, per fare in modo che il PDL stacchi la spina all’esecutivo e si vada alle elezioni anticipate. Il Carroccio smania per le urne, sia perché conserva ancora una certa popolarità tra i suoi elettori, in un momento di grandissima difficoltà da parte del PDL, sia anche perché con questa legge elettorale, Bossi avrebbe ancora la possibilità di “nominare” i deputati e i senatori che vuole lui, mettendo fuori tutti coloro che vengono ritenuti vicini all’ala di Roberto Maroni.

Di certo, però, l’ultima uscita pubblica del Senatùr ha avuto l’effetto opposto, come dimostrano i titoli di vari quotidiani, che da ieri battono la notizia che “Berlusconi non molla Monti” e così via.

In effetti, è stato lo stesso ex premier ad esplicitare la sua posizione: chi ha avuto responsabilità non può sottrarsi adesso, perché la situazione economica è delicata. Inoltre, Berlusconi non ha certo intenzione di andare al voto in queste condizioni, con un PDL diviso e per nulla credibile all’elettorato. Ecco, quindi, che si studiano alcune soluzioni, che potrebbero disinnescare la minaccia dei leghisti di divorare letteralmente i consensi al nord degli alleati.

Una delle ipotesi sarebbe di presentare al nord due liste, una con il simbolo del PDL e un’altra composta soprattutto da ex An. La prima prenderebbe circa il 25% dei voti, la seconda il 5-6%. Complessivamente, otterrebbero più voti che se il PDL si presentasse da solo, circa cinque punti in più.

Sono idee un pò strambe, come forse è nella tradizione del centro-destra italiano, ma avrebbe l’effetto di evitare che la Lega succhi voti al PDL.

Ovviamente, al di là dei tatticismi elettorali, al momento ciò che più conta per Via dell’Umiltà è che si diano risposte agli elettori, mostrandosi determinati e determinanti nell’azione di governo, evitando di schiacciarsi sull’azione dell’esecutivo Monti, sempre più inviso a chi vota o votava il PDL.

Per questo, si scommette che nelle prossime settimane ci sarà una escalation di contrapposizione tra partito e governo, che potrebbe anche portare alla caduta del governo dopo la primavera.

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Giuseppe Timpone