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Florida, Romney in leggero vantaggio su Gingrich

Published by
Giuseppe Timpone

Tra cinque giorni si voterà anche in Florida per le primarie del Partito Repubblicano. Si tratta del quarto stato alle urne, dopo Iowa, New Hampshire e South Carolina. La situazione è di totale confusione perché, stando ai dati ufficiali, nel primo stato vi fu un testa a testa tra Newt Romney e Rick Santorum e, pertanto, la vittoria del 3 gennaio scorso non è stata assegnata a nessuno. Nel New Hampshire, Romney si è imposto nettamente sugli avversari, mentre nel South Carolina ha vinto a sorpresa su Gingrich. Ad oggi, non siamo in grado più di dirvi chi potrebbe ottenere ad agosto la nomination a Tampa.

Fino a una decina di giorni fa, anche il più avveduto tra gli analisti politici avrebbe scommesso l’intero patrimonio sulla vittoria finale dell’ex governatore del Massachussetts. Oggi gli stessi sondaggi sono ballerini e vanno da un forte vantaggio di Romney a uno altrettanto solido di Gingrich, a una rimonta del primo sul secondo.

E’ evidente come questa situazione sia il frutto di una mancanza di leadership nella destra americana, oltre che a una profonda lacerazione tra l’elettorato più conservatore del GOP e quello più centrista. E quando siamo a pochi giorni dal voto forse decisivo della Florida, in questo stato molto conservatore, Mitt Romney sarebbe in lieve vantaggio su Newt Gingrich, con un 36% contro il 34% dell’avversario. Da un punto di vista statistico, il vantaggio è inesistente, perché siamo all’interno della forbice dell’errore per il sondaggio condotto dalla Cnn. Tuttavia, spiegano gli analisti, questo mostrerebbe una tendenza allo sgonfiamento di Gingrich, dal giorno del successo in South Carolina.

Infatti qualche giorno fa egli veniva dato in netto vantaggio in Florida sul diretto avversario, mentre oggi soccomberebbe, seppur di poco.

Stando sempre al sondaggio, l’italo-americano e fervente cattolico Rick Santorum sarebbe all’11%, il libertario texano al 9% e gli indecisi al 7%.

Questi ultimi, quindi, potrebbero fare la differenza, così come l’eventuale ritiro di uno tra Santorum o Paul, che certamente opterebbero per un sostegno al più conservatore Gingrich.

Resta il fatto che questa corsa si era aperta all’insegna di una prevista vittoria facile per Romney e, invece, si sta trasformando in un vuoto di leadership impressionante.

 

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Giuseppe Timpone