Il leader socialista François Hollande, 57 anni, che sfiderà Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali del 22 aprile e successivo ballottaggio del 6 maggio, ha iniziato ieri la sua campagna elettorale ufficiale a Le Bourget, vicino a Parigi. Ha tenuto il suo primo discorso di sfida davanti a quattro ex premier socialisti, tra i quali l’ultimo, Lionel Jospin, che nel 2002 per la prima volta non riuscì a portare il partito al ballottaggio, dopo cinque anni di governo, essendo scavalcato dall’allora leader del Fronte Nazionale, Jean-Marie Le Pen.
Hollande ha cercato di scaldare i cuori della base, con il riferimento a quei valori socialisti, che sono alla base della sua azione politica.
Oggi, come non avveniva da moltissimi anni, i socialisti potrebbero conquistare l’Eliseo, impresa che è finora riuscita per loro solo con Mitterand nel 1981 e poi nel 1988. Da allora un lungo digiuno e quasi mai una realistica speranza di ottenere la presidenza. Ma oggi i sondaggi continuano ad essere più favorevoli proprio alla gauche, con Hollande dato al 28-30% al primo turno, contro il 23-24% di Sarkozy. Tuttavia, il trend non sarebbe gratificante né rassicurante, perché da quando è diventato il candidato ufficiale per le presidenziali, i suoi consensi sono sempre scesi, mentre sono leggermente risaliti quelli di Sarkozy ed esplosi quelli di Marine Le Pen e del centrista François Bayrou.
Oggi, fino al 29% dei francesi voterebbe per la leader della destra anti-europeista, accreditata di almeno il 18-20% dei consensi al primo turno. Il suo successo determinerebbe la fine politica di Sarkozy, ma allo stesso tempo potrebbe rubare molti consensi alla stessa gauche, per via di quella formula magica del Fronte di essere “economicamente di destra, socialmente di sinistra… ma français d’abord”, francesi prima di tutto.
Hollande ha capito l’antifona e ieri ha puntato vistosamente al voto degli arrabbiati contro il sistema bancario e finanziario, sostenendo che il suo avversario non ha né un volto, né un nome ed è la finanza.
Basterà questo per rilanciarlo in modo definitivo all’Eliseo? Di certo dall’altra parte Sarkozy non dorme affatto sonni tranquilli, perché se un piccolo recupero c’è stato, non è né sufficiente a dargli chance di vittoria, né tale da potergli garantire una competizione alla pari al ballottaggio, dove i suoi consensi continuano ad essere di molto inferiori a quelli dell’avversario (non meno di 53 a 47).