La nuova console portatile di Sony, PS Vita, si sta rivelando un vero e proprio flop e, dopo il normale boom di vendite iniziali (comunque inferiore alle aspettative), con i 325mila dispositivi venduti, si è passati a 72mila unità la seconda settimana, per poi passare agli attuali risultati.
Una regressione che ha pian piano portato, di settimana in settimana, a vedere letteralmente crollare le vendite della console, sino ad arrivare a circa 18mila dispositivi venduti nella sua quinta settimana nei negozi, quella tra i 9 e il 15 Gennaio che ha visto, purtroppo, dare uno schiaffo morale a Sony: nella stessa settimana, infatti, sono maggiori le vendite di PSP (22.538) rispetto a quelle di PS Vita (solo 18.361).
Si tratta di un rifiuto per le console portatili di nuova generazione in favore di altri mezzi videoludici come smartphone o tablet? I dati delle vendite sembrano non confutare questa ipotesi, in quanto, nella stessa settimana di riferimento, Nintendo 3DS è arrivata a vendere ben oltre le 100mila unità. Il problema, dunque, deve essere collegato a PS Vita e, dunque, ci viene da pensare che i giocatori nipponici non siano disposti ad acquistare dispositivi videoludici troppo dispendiosi: non a caso, forse ricorderete, i negozianti hanno deciso di effettuare un price cut proprio del modello più costoso, abbassando il prezzo e rendendolo uguale a quello della PS Vita only Wi-Fi.
Sembra proprio che la storia vissuta qualche mese fa con Nintendo 3DS si stia ripetendo: un prezzo troppo elevato e scarsità dei titoli hanno portato alle basse vendite e a una conseguente crisi dell’azienda di Kyoto: solo il price cut e l’arrivo di giochi di un certo rilievo, come Super Mario Land, hanno riscattato la console tridimensionale.
Succederà lo stesso per PS Vita? E il calo di vendite andrà ad influire (magari sul prezzo) il lancio europeo?