Il Fondo Monetario Internazionale, guidato dall’ex ministro alle Finanze francesi, Christine Lagarde, prevede di dovere raccogliere altri 600 miliardi di dollari, sulla base di una prospettiva di finanziamenti complessivi agli stati membri e non per mille miliardi. Questa cifra includerebbe già i 200 miliardi di dollari in più che l’Europa si è impegnata a corrispondere a Washington.
Quindi, sarebbero 400 i miliardi ancora da rastrellare e che potrebbero passare per un aumento dell’impegno degli stati Brics, che scalpitano per incrementare la loro quota dentro l’istituto. Le risorse servirebbero per 500 miliardi in finanziamenti e per gli altri 100 miliardi per il cosiddetto “protection buffer”, ossia una sorta di cuscinetto di protezione.
La notizia potrebbe essere il presagio di un intervento dell’Fmi verso due stati-chiave per l’economia dell’Eurozona: Italia e Spagna. Non è un mistero, infatti, che già a novembre si vociferava di un possibile piano di aiuti fino a 600 miliardi di euro, in favore del nostro Paese, nel caso in cui fossero proseguite le tensioni sul mercato dei bond governativi.
Lo scenario sta diventando molto cupo, in effetti, malgrado il netto miglioramento nelle ultime due aste della settimana scorsa. L’incubo di un default greco, infatti, si avvicina e pare che siamo a poche settimane dalla dichiarazione formale.
Gli analisti prevedono che successivamente al default di Atene, i mercati reagirebbero con tensioni altissime contro Italia e Spagna, portando i rendimenti dei loro titoli di stato a livelli insostenibili. Proprio questo scenario preluderebbe a un possibile intervento del Fondo Monetario, anche se al momento non sembrano essere oggetto di riflessioni formali.