L’agenzia di rating Fitch conferma quanto già era emerso dalle parole del suo direttore generale Edward Parker, a proposito di un imminente declassamento dell’Italia, entro la fine del mese. In un’intervista realizzata alla trasmissione “Ballarò” e mandata in onda ieri sera, il capo analista David Riley ha affermato che l’Italia ha una valutazione A+, che risulterebbe essere alta, rispetto ai rendimenti che continuano ad essere molto sostenuti sul mercato secondario.
Sempre secondo Riley, l’Italia avrebbe già fatto progressi con le ultime misure approvate, ma è molto probabile che entro gennaio si vada verso un “downgrade” dei suoi titoli. Sullo sfondo c’è lo scenario di un default greco, che potrebbe avvenire molto probabilmente a marzo.
Una delle conseguenze negative di questa nuova ondata di declassamenti verso il nostro Paese sarebbe sul piano delle garanzie richieste per i titoli depositati in cambio di liquidità della BCE.
Infatti, la scorsa settimana, i nostri titoli di stato sono passati in serie B, dopo che Standard & Poor’s li ha declassati a BBB+. Questo prevede un modo differente di calcolo delle garanzie prestate dalle banche, perché la BCE effettua un taglio del 5,5% sul loro valore, a fronte dei prestiti accordati, se parliamo di titoli con rating A; ma se questi hanno giudizio B, allora il taglio sarebbe del 10,5%.
In poche parole, le banche italiane riceverebbero minori prestiti per il 5%, a fronte dello stesso importo richiesto da banche che presentano in garanzia bond con rating A.
Per questo, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, ha chiesto che la BCE non dia seguito a questa politica, attenuando così le conseguenze negative del declassamento di Standard & Poor’s e degli altri in arrivo.