Arabia Saudita, Re Abdullah cambia capo polizia religiosa

Non sappiamo se rubricare la notizia a svolta politica di Riad oppure se considerarla una semplice formalità burocratica del complesso mondo saudita. Molto probabilmente è vera la seconda ipotesi. Il Re Abdullah ha licenziato il capo della polizia religiosa Abdel Aziz Humayen e lo ha sostituito con Abdel Latit ben Abdel Aziz al Sheikh, appartenente alla famiglia degli Al Sheikh, fondatori del wahabismo, la corrente islamica a cui appartiene la monarchia e imposta a tutto il Paese, che prevede il rifiuto assoluto di qualsiasi forma di progresso e la netta separazione tra i sessi.

Non sono state fornite indicazioni sulle ragioni del cambio della guardia a capo del “Comitato per la promozione della virtù e per la repressione del vizio”, che è poi il nome ufficiale con cui viene chiamata la polizia religiosa e che rappresenta un’istituzione finalizzata a dare applicazione alle severissime leggi che regolano la sfera civile, religiosa e sessuale nel Paese.

L’Arabia è forse lo stato islamico più repressivo di tutto il mondo mussulmano, perché la separazione tra uomo e donna qui viene fatta applicare in modo rigido, tanto che alle donne viene fatto divieto di guidare un’auto o di uscire di casa, senza la compagnia di uno stretto parente maschio. Anche sedere su una panchina pubblica con uomo è cosa che verrebbe punita dalla polizia religiosa, tanto che negli ultimi tempi sono serviti interventi legislativi per rendere possibili anche normali operazioni di vita quotidiana.

Le donne, ad esempio, non possono fare ingresso in una stanza in cui siano presenti uomini. Per questo, vi è sempre stato il problema di come acquistare l’intimo femminile, visto che le donne non possono essere proprietarie di negozi e non possono lavorarci. Per questo, si è resa indispensabile a luglio una legge di Re Abdullah, che consente ora a una donna di gestire un negozio di lingerie solo per donne, a patto che i vetri del negozio siano oscurati, in modo da non consentire la vista all’esterno.

Tuttavia, queste conquiste spicciole sono nei fatti inapplicate, perché la polizia religiosa non ne consente l’attuazione pratica. Il cambio al vertice potrebbe essere un segnale distensivo, ma anche il predecessore era considerato un uomo “aperto”.

 

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