Taxi in protesta contro il decreto liberalizzazioni

Giornata “movimentata” ieri per la mobilità. Mentre  Milano inaugurava  l’area C e Roma la circolazione a targhe alterne i tassisiti, dopo tre giorni di pausa, sono tornati sul piede di guerra per protestare contro il decreto Liberalizzazioni messo a punto dal Governo con un  sit-in al Circo Massimo. “Il nostro futuro non si tocca”  è lo slogan del sit-in e il motto della protesta che ha radunato rappresentazioni della categoria da tutta Italia.

L’annuncio del governo di un tavolo di confronto con i rappresentanti del settore non ha fermato la protesta di ieri dei tassisti. Sebbene l’assemblea nazionale al Circo Massimo sia stata spostata a domani, 18 gennaio, ieri erano circa 200 a rappresentare la categoria e a dare voce al dissenso contro il decreto del Governo: “Abbiamo voluto comunque fare il presidio per rispetto verso tutti i colleghi che ormai si stavano già muovendo verso Roma da tutta l’Italia per partecipare alla protesta” ha dichiarato un rappresentate della Cisal, Claudio Gianandrea.

“Pensiamo che applicare le liberalizzazioni a un settore dove esiste l’obbligo di una tariffa amministrata, stabilita da un ente terzo che è il Comune, sia ridicolo –  ha dichiarato Gianandrea – Oltretutto le politiche di liberalizzazione che ci sono state in Europa nel settore taxi, hanno prodotto degli incrementi tariffari”.

Intanto  è previsto per oggi l’incontro con il Governo e per domani una nuova protesta: “Le sigle del Parlamentino taxi si sono consultate – ha spiegato in una nota Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi, – e la maggior parte ha deciso che sarebbe stato inutile mantenere in piedi tale manifestazione e di posticipare l’assemblea a Roma in una data successiva all’incontro col Governo”. Ma non solo. Tra i motivi che hanno spinto a rinviare la protesta ufficiale a domani anche i disagi alla mobilità dei cittadini dovuti alle targhe alterne.

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